26 luglio 2018, Vladivostok-Artyom (km 56) – Tot. 14606
Nella giornata di oggi abbiamo in programma di fare turismo a Vladivostok. Prima però il capospedizione Guido deve dedicarsi agli impegni del buon padre di famiglia e quindi cominciamo la mattinata cercando un laboratorio dove lui possa sottoporsi alle periodiche analisi richieste dalle normative russe a chi sta per diventare padre.
Risolta senza problemi questa incombenza, iniziamo il nostro cammino tra i luoghi più significativi della città, accompagnati da un clima molto caldo che con l’andare delle ore diventerà afosissimo. Prima di tutto ci dirigiamo alla stazione, che riveste una particolare importanza perché è il capolinea della più lunga ferrovia del mondo, la Transiberiana. Un apposito cippo ricorda l’ultimo chilometro del tragitto, il numero 9288. Di fronte alla stazione la statua di Lenin indica la strada giusta, mentre a poca distanza vi è un monumento che non immaginavamo di trovare, quello dedicato a Yul Brynner nel luogo dove nel 1920 è nato; per lo meno presumibilmente, visti i grandi misteri che caratterizzano i primi anni della biografia di questo attore, particolarmente apprezzato dal nostro equipaggio soprattutto come protagonista del grande film italo-jugoslavo del 1969 “La battaglia della Neretva”.
Pranziamo bene in una “stolovaya” (mensa) in stile sovietico, dove troviamo uno dei caffè espresso più buoni di tutta la Russia. Dopo averne provati di terribili ovunque, quella di oggi è stata una sorpresa non indifferente.
La piazza centrale di Vladivostok ospita un grande complesso monumentale dedicato ai combattenti per l’instaurazione del potere sovietico nell’Estremo oriente durante la Guerra civile seguita alla Rivoluzione d’ottobre. Il tema della guerra civile è molto in voga nella monumentalistica delle città di questa area della Russia. Dalla piazza si vede in tutta la sua imponenza il nuovissimo ponte che sorge sul Corno d’oro e di cui abbiamo già parlato nel diario di ieri, anche se la visuale è in parte coperta dal cantiere per i lavori di realizzazione di una chiesa.
Nel lungomare un vasto complesso dedicato alla Seconda guerra mondiale ed in particolare alla Flotta del Pacifico ha come elemento culminante un sottomarino S-56 che abbiamo visitato all’interno, dove è suddiviso in una parte museale e una parte conservata come durante la fase di operatività del mezzo. Da lì vicino una vecchia funicolare permette di arrivare in una zona più alta della città da cui, salendo ulteriormente a piedi, si può raggiungere un belvedere che si apre in modo spettacolare sulla città.
Dopo le poco più di 24 ore trascorse a Vladivostok possiamo dire che si tratta di un luogo sicuramente particolare, abbastanza diverso dalle altre città russe, anche per evidenti ragioni logistiche e strutturali, vista la presenza del mare che si insinua in svariati golfi, e i dislivelli altimetrici. La città non appare molto curata ed anche a livello di ricezione turistica non sembra ad oggi particolarmente preparata. Ciononostante la presenza di visitatori stranieri, in particolare cinesi e giapponesi, è sembrata massiccia.
Nel tardo pomeriggio riprendiamo il nostro Toyota Hilux a diesel-metano e ci trasferiamo nella vicina Artyom, cittadina che porta il nome del bolscevico Fyodor Sergeev, detto appunto Artyom, grande protagonista del periodo rivoluzionario in Ucraina, morto nel 1921 durante il viaggio sperimentale di un aerovagone, un particolare treno funzionante tramite eliche aeree. In questa località ha sede l’aeroporto di Vladivostok, da cui i membri dell’equipaggio partiranno nei prossimi giorni in direzioni diverse: Guido per recarsi in Corea del Nord prima di tornare a prendere l’auto ed entrare in Cina, Emanuele e Marina per rientrare a Mosca al termine della loro tappa di viaggio siberiano.
Questa piccola città non offre moltissime soluzioni per cenare e anche la padrona dell’appartamento dove ci fermiamo per la notte non sa suggerirci nulla; uno dei pochissimi locali che ci segnala il motore di ricerca Yandex si rivela però davvero ottimo e ci permette di consumare molto piacevolmente l’ultima cena in cui l’equipaggio è composto dalla formazione presente.
Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Emanuele Calchetti, Marina Khololei, Bruno Cinghiale.