4 ottobre 2018, San Pietroburgo-Narva (210 km – tot. 31.622)
Dopo aver salutato Sergej e Ksjusha e aver recuperato l’auto nel parcheggio vicino casa, l’equipaggio della Torino-Pechino si appresta a vivere una nuova giornata all’International Gas Forum di San Pietroburgo. Tra gli eventi di oggi c’è l’arrivo di una carovana di mezzi pesanti partiti dalla Cina un mese fa. Camion e autobus, tutti alimentati a metano, hanno percorso la “Via della Seta” tra Cina, Kazakistan e Russia. Una bella impresa che ci fa sembrare la nostra una impresa ancora più grande. Il presentatore ricorda i ben 10.000 chilometri percorsi e le tre frontiere internazionali attraversate. La Torino-Pechino è ferma a 23 confini ed appena 31.000 chilometri! In ogni caso applaudiamo sportivamente i colleghi che si sono fatti una bella passeggiata nel continente euroasiatico. La mattinata prosegue cercando di sfruttare l’occasione per presentare il nostro viaggio a tutti i contatti che hanno avuto modo di ascoltare il nostro racconto nella giornata di ieri. A sorpresa incrociamo l’Amministratore delegato di Gazprom, nonché viceministro per l’energia, Aleksej Miller. Impressionante lo stuolo di giornalisti e altri personaggi che lo seguono passo dopo passo nel salutare tutti gli addetti degli stand Gazprom. Meno noto di Miller, ma comunque grande amico della Torino-Pechino, è il responsabile di Gazprom Kirghizistan Ruslanbek Kadyraliev, già conosciuto durante la permanenza a Bishkek. Anche con lui avvengono proficui colloqui nella speranza di future e successive collaborazioni. Anche oggi il ricco pranzo è offerto dalla più grande società mondiale del mondo del gas.
Nel pomeriggio c’è il tempo per una passeggiata in centro città arricchita dall’occasione di fotografare il nostro Toyota Hilux a diesel-metano nei pressi del Museo dell’Hermitage, a molti noto come Palazzo d’Inverno. Per la serata di oggi siamo invitati ad un evento al Consolato italiano, ma purtroppo dobbiamo declinare perché non abbiamo margini di tempo sufficienti per poi raggiungere il confine in sicurezza prima della mezzanotte, orario di scadenza del nostro visto russo, che come noto ha reso complesso il programma della spedizione nell’ultimo mese.
Lasciato il terribile traffico di San Pietroburgo, imbocchiamo la strada che ci porterà verso l’Estonia. I primi chilometri di tangenziale sono a pagamento (200 rubli). La cartellonistica indica sia il confine estone che quello finlandese. Infatti poco dopo la bella autostrada si divide in due tronchi. Quello settentrionale attraversa il Golfo di Finlandia con un avveniristico ponte per poi permettere al viaggiatore di raggiungere lo stato scandinavo o la parte nord di San Pietroburgo evitando il centro. Con il passare delle ore arriva anche la notte. Con il calare delle tenebre ci riforniamo di metano nella vecchia stazione Kriogas di Kingisepp, l’ultima prima del confine. La stazione non è in ottime condizioni, ma i primi interventi di restauro e ammodernamento danno buoni risultati. Anche in questo caso è Fornovo che si è occupata dei miglioramenti. Kingisepp ospita anche l’ultimo pasto in terra russa e, contrariamente a ciò che ci si può immaginare, non è un classico plov in una “stolovaja” ma un cheeseburger in un fast food, visto che abbiamo fretta di raggiungere il confine.
Attorno alle 21 siamo alla dogana di Ivangorod-Narva, città un tempo unica e oggi divisa (approfondiremo la questione nel diario di domani). Per attraversare il fiume che fa da confine impieghiamo appena un’ora. Sarebbe stato molto meno se sul lato russo non fosse emerso un problema inedito. Il documento di importazione doganale dell’auto, emesso dalle autorità kazake una volta entrati dall’Uzbekistan, non convince l’addetto al controllo che per la prima volta si trova di fronte un documento simile. Spieghiamo con tranquillità che se esiste un’unione doganale tra Russia e Kazakistan, è del tutto normale che non venga riemesso un documento russo dalla successiva dogana tra Kazakistan e Russia attraversata lo scorso primo settembre. Il doganiere non è severo o desideroso di “rompere le scatole”, semplicemente si trova davanti ad una nuova procedura per lui inedita. Alla fine un consulto telefonico e la comprensione delle nuove regole doganali risolvono la situazione. A Narva Guido era stato con gli amici Andrea e Simone nel 2004 in occasione del primo viaggio in Russia in auto. Constatato che l’alberghetto di quattordici anni prima è in stato di abbandono, non resta che trovarsi una nuova sistemazione dove godersi il meritato riposo nella prima notte nell’Unione Europea dopo tre mesi e mezzo di lontananza.
Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale