4 luglio 2018 – Kazan (km 48) – Tot. 5.397
Ultimo giorno con sveglia tranquilla, visto che da domani comincerà l’avventura siberiana che sarà inaugurata dalla prima di una lunga serie di levatacce. Dopo aver svolto varie commissioni Guido e Olga recuperano Emanuele e Marina nel centro della città. Segue un giro turistico della sponda sinistra del fiume Kazanka, la zona moderna dove sorgono tutti i complessi sportivi: la fan zone del mondiale nei pressi della “tazza” gigante chiamata Centro della Famiglia dove la gente del posto si sposa; lo stadio del ghiaccio dove giocano le partite casalinghe i detentori della Coppa Gagarin di hoceky, gli Ak Bars Kazan; la grande piscina dove si svolsero i campionati mondiali di nuoto nel 2015. Conclude il tour lo stadio Kazan Arena dove si disputerà ancora una partita del mondiale di calcio, il quarto di finale Brasile-Belgio.
Dopo una sosta presso la casina di Via dei Cosmonauti ci dedichiamo al pranzo in un fast food molto popolare a Kazan, il mitico Tat-Mak. Il nome richiama la nota catena americana che vende hamburger, ma qui il piatto forte sono delle pizzette tartare in versione aperta o chiusa tipo il nostro calzone. I Tat-Mak in giro per Kazan sono più di dieci e il cibo proposto è molto popolare oltre che essere decisamente economico. La funzione di riempire lo stomaco le pietanze del Tat-Mak la assolvono completamente. A questo punto le strade dell’equipaggio si separano con Guido e Olga impegnati nelle attività tipiche di chi aspetta l’arrivo di un figlio ed Emanuele e Marina in giro a vivere le meraviglie turistiche della città: dapprima nel bellissimo Cremlino, con, tra l’altro, la moschea Kul Sharif, la cattedrale ortodossa dell’Annunciazione, la curiosa torre pendente di Sjujumbike, legata a un’affascinante leggenda, la residenza del Presidente della Repubblica del Tatarstan; quindi nel piacevole e molto curato lungo-Kazanka, per poi risalire verso il centro città incontrando ben due statue di Lenin, una tradizionale come in tutte le città ex-sovietiche, l’altra particolare perché ritrae Vladimir Ul’janov giovanissimo, quando era studente della locale università.
In serata c’è tempo per il rifornimento di metano nella nuova stazione Gazprom appena inaugurata nel quartiere Azino e per un ultimo controllino alla macchina con l’aiuto dell’ormai indispensabile Farid. Di nuovo i dipendenti Gazprom ci accolgono con simpatia vista la particolarità del nostro progetto. Interessante rilevare che anche in questa stazione di metano tatara è possibile rifornire usando l’attacco europeo Ngv-1 e non solo quello russo.
Prima dell’ultima cena tatara ci dedichiamo anche ad una nuova “comparsata” radiofonica in diretta su Radio 2 in cui aggiorniamo sul nostro viaggio gli ascoltatori della storica trasmissione “Caterpillar”, che ci aveva già ospitato alla vigilia della partenza.
La serata si conclude con un’ottima cena a sette in Via dei Cosmonauti. Oltre Guido, Olga, Emanuele, Marina, ci sono la sorella di Olga, Olesia, suo figlio Matvey e il cane “carlino” Archie. La carne cucinata da Olga viene bagnata con un ottimo vino 43° delle Tenute Silvio Nardi. Curioso che il numero 43 rappresenti la latitudine del vigneto di Montepulciano oltre a quella approssimativa di Sansepolcro. Kazan, invece, si trova a circa 55°, come la gran parte della strada che percorreremo nei prossimi giorni.
Come è cambiato il mondo in 10 anni?
Nonostante nel 2008 viaggiassimo con un veicolo a gpl, tenevamo d’occhio le stazioni di metano presenti in Russia: allora a Kazan c’erano 3 stazioni di rifornimento per il gas naturale, oggi 4. In tutto il resto del Tatarstan il numero di stazioni di metano è raddoppiato, e ciò rende questa realtà la zona dove sono presenti più punti di rifornimento in tutta la Russia.
Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Olga Guerrini, Emanuele Calchetti, Marina Khololey, Bruno il Cinghiale.