5 luglio 2018, Kazan-Kungur (km. 693) – Tot. 6.090.
Ci svegliamo di buon’ora sia per anticipare il più possibile la partenza evitando il traffico di Kazan, sia per preparare il nostro organismo al salto di due fusi orari che faremo nelle prossime ore. Una abbondante colazione insieme ad Olga, alla sorella Olesya, al nipote Matvey e al cane Archie ci permette di congedarci con calma dalla famiglia russa di Guido.
Alle 6.30 dell’ora locale siamo in marcia e dopo aver salutato lo storico cippo chilometrico vicino a casa che segna le distanze stradali lungo il Sibirsky Trakt tra Mosca e Pechino, imbocchiamo la via che va verso la Siberia. Attraversiamo la parte più rurale della repubblica del Tatarstan, parte integrante della Federazione Russa, e da subito si comprende come fuori da Kazan la popolazione tatara, e quindi musulmana, sia netta maggioranza. Lo si percepisce bene dal quantitativo di moschee presenti in ogni paesino attraversato. Ad Arsk avviene un curioso incidente, visto che si stacca uno dei tergicristalli anteriori. Ci fermiamo per cercare il pezzo a bordo strada senza accorgerci che era rimasto incastrato nell’alettone posteriore dell’Hilux. Una volta rimesso al suo posto il pezzo, il nostro viaggio prosegue. Abbiamo scelto di non percorrere la strada del 2008, la M-7 che attraverso la Baschiria e la relativa capitale Ufa conduce verso i Monti Urali. Avendo a disposizione un veicolo adatto, decidiamo di percorrere le più avventurose strade dell’oblast di Kirov e della Repubblica di Udmurtia. Non ci aspettavamo, a dire il vero, di trovare chilometri e chilometri in terra battuta, e addirittura un ponte di barche a pagamento per attraversare il fiume Vjatka. Di certo se avessimo avuto una normale utilitaria qualche problemino di transito lo avremmo avuto! Ci impressionano alcuni paesini che attraversiamo in mezzo al nulla, se non qualche casa in legno, piccoli negozi e come unico presidio statale l’ufficio postale. Con il passaggio da Kirov all’Udmurtia migliora anche il fondo stradale e aumenta il numero di chilometri percorribili in un’ora, che in ogni caso non sono mai più di 80-90, visti i posti di blocco della polizia su ogni strada.
Nel Krai di Perm, quarto soggetto federale toccato nella giornata di oggi, addirittura troviamo tratti di autostrada. Nel corso di questa lunga giornata abbiamo anche viaggiato nel tempo, visto che nel giro di pochi chilometri abbiamo fatto un salto avanti di due ore di fuso orario portandoci a +2 su Mosca e +3 sull’Italia. L’obiettivo di giornata è arrivare sui monti Urali, rimanendo nel lato europeo per poter attraversare il confine continentale nella mattinata di domani. Per questo decidiamo di fermarci a Kungur, ridente paese alle falde della catena montuosa e ricco di aspetti interessanti. Il nostro arrivo coincide con una festa in piazza dedicata alle mongolfiere, evento al quale partecipano numerose persone. A Kungur prendiamo possesso di una camera nel centralissimo Hotel Iren, che prende il nome da uno dei due fiumi che attraversano la città e che dispone di camere pulite ed economiche. Nell’apprezzare le cose interessanti di questa cittadina ci scordiamo le due ore di fuso orario che abbiamo guadagnato e rischiamo seriamente di non riuscire a cenare. Fortunatamente troviamo un locale che sforando un po’ sull’orario di chiusura ci permette di non andare verso l’albergo a pancia vuota. Gli ultimi minuti prima del sonno sono dedicati ad una rapida passeggiata nel lungofiume cittadino.
Come è cambiato il mondo in 10 anni?
– Rispetto a dieci anni fa è possibile scegliere tra due itinerari per raggiungere Ekaterinburg da Kazan. Il completamento del ponte di barche sul fiume Vjatka permette di avere una valida alternativa al più lungo itinerario che passa da Ufa.
– Tra Perm e Ekaterimburg è in costruzione una bella autostrada che metterà in comunicazione più facilmente Europa e Asia.
Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Emanuele Calchetti, Marina Khololey, Bruno il Cinghiale.