Dopo la prima settimana che ha portato la spedizione ecologica da Milano a Riga, e la seconda sosta utile sia a svolgere l’Ecorally del Portogallo che a risolvere i problemi burocratici emersi, “Ripartiamo Insieme Milano-Cortina-Tokyo” entra finalmente nella terza settimana e può riprendere il proprio cammino, non senza novità e difficoltà.
Il primo problema in dogana e le possibili soluzioni
Quella successo alla frontiera di Terehova tra Lettonia e Russia non era una problematica legata al veicolo ma al mio permesso di soggiorno. Sembrerebbe che un residente permanente in territorio russo non possa importare temporaneamente un’auto che non sia propria, esattamente come nel nostro caso. Il condizionale è d’obbligo perché ho avuto notizia di situazioni simili risolte diversamente in altre dogane e in altri momenti o nella stessa dogana semplicemente alla presenza di altro personale. In ogni caso questo aveva determinato il ritorno a Riga, e per il prosieguo del viaggio diventava determinante trovare un non russo con visto d’entrata in regola, con ingressi e uscite multiple e che potesse importare temporaneamente il veicolo. Snam, proprietaria della Toyota C-HR ibrida-metano, avrebbe dovuto modificare la delega notarile per consentire ad un mister X di portare in Russia l’auto in mia compagnia. Se al buon Roberto Chiodi fosse stato concesso il visto di entrata il problema sarebbe stato risolto, ma in epoca Covid entrano in pochi e i visti sono bloccati se non per i residenti o gli stretti familiari di cittadini russi. Grazie a molti italiani che vivono in Russia è partita una caccia all’uomo che ha portato a scovare Domenico, persona che si è rivelata una vera risorsa per la nostra spedizione.
Il nuovo compagno di viaggio
Domenico “Mimmo” Raguseo viaggia da quando è nato ed è una di quelle persone che esaurisce le pagine dei passaporti ben prima della scadenza naturale. Italiano nato in Germania, al momento residente in Slovenia per motivi di studio con una parte di vita trascorsa in Friuli. Grazie ad anni di lavoro in Australia ha anche il passaporto della terra dei canguri. Proprio dall’Oceania rientrò in Italia con un lungo viaggio a bordo di uno scooter nel 2014. Al momento frequenta la Russia sia per il fatto che ha la moglie nei pressi di Mosca e sia perché appassionato di calcio e anche la Russia, in queste settimane, ospita gli Europei. Grazie alla moglie riesce ad ottenere regolarmente il visto russo e grazie agli europei di calcio riesce a varcare il confine anche senza visto, grazie ai biglietti per le partite in suo possesso, fino alla fine della manifestazione sportiva. Entrambi i particolari saranno determinanti per la nostra spedizione, come la sua passione per la musica italiana anni ’80 è assolutamente compatibile sia con me che con le radio russe.
In attesa di Mimmo
Mimmo sarà a Riga solo venerdì nel primo pomeriggio e decido di usare nel modo migliore il tempo a disposizione. Visito l’officina VSM Serviss di Ainars Sirmelis, distributore di Landi Renzo in Lettonia. La struttura che gestisce installa impianti a metano, gpl e diesel-metano. Inoltre si occupa di pneumatici, rifornimento gpl, autolavaggio e con un piccolo carro bombolaio trasporta biometano. Nello spazio davanti alla propria officina ci sarebbe spazio anche per una stazione di metano e il sogno potrebbe diventare presto realtà. VSM Serviss si trova a Sigulda, una piacevole cittadina immersa tra natura e castelli a nord-est di Riga. È bello conoscere persone come Ainars che credono ed investono nel gas naturale. Una vera convinzione. dato che cinque anni fa in tutta la Lettonia c’era un solo punto di rifornimento di metano e non sempre funzionante.
I dilemmi di Fabio il vespista
La validità dell’ultimo tampone fatto a Milano mi permette di poter ancora varcare confini. Scelgo di sfruttare l’ulteriore tempo libero per andare verso sud e tornare in Lituania. A Siauliai è arenato il vespista Fabio Cofferati appena arrivato da Varsavia. Anche il suo obiettivo è quello di arrivare a Tokyo per i giochi olimpici sulle orme dello storico viaggio di Roberto Patrignani del 1964. Lui inquina molto più della nostra eco-auto ma allo stesso tempo con le restrizioni del Covid sta compiendo qualcosa di eroico, soprattutto con una vespa del 1963. Passiamo alcune ore assieme visitando la collina delle croci nei pressi di Siauliai. Al ritorno a Riga vengo riesaminato attentamente dalla polizia lettone che mi concede le consuete dodici ore, che poi diventeranno almeno il triplo per il transito verso la Russia.
Il secondo stop in dogana
L’aereo di Domenico arriva puntuale a Riga in un giorno festivo in terra lettone che mi rende impossibile fare un ennesimo tampone che sarebbe necessario se attraversassi il confine con la Russia dopo la mezzanotte. Dopo lunghe chiacchierate telefoniche è il primo incontro tra il mio nuovo compagno di viaggio e me. C’è sintonia e tante cose da raccontarci, cosa ottima visto il quantitativo di ore che passeremo assieme chiusi in auto. C’è anche ottimismo per il fatto che il viaggio prosegua fluido e pensiamo di arrivare in Russia già in serata. A Ludza, ultimo paese in Lettonia, sostiamo alla pizzeria Villaggio dove la signora Diana ci rifocilla come dei figli. La pizza nello stomaco sarà provvidenziale nel resistere alle lunghe ore a cavallo del confine. La parte lettone della dogana vola via in mezz’ora e per la seconda volta in pochi giorni mi trovo oltre la linea del confine ma non oltre la sbarra dove inizia la vera Russia. Si perde molto tempo per spiegare il perché del rifiuto precedente all’ingresso in Russia e quindi per giustificare le informazioni contraddittorie che via via escono dal computer delle serie impiegate doganali. Tutto sembra comunque procedere per il meglio, seppure lentamente. Siamo quasi allo scoccare della quinta ora e stiamo iniziando a mostrare tutto il contenuto della nostre valigie in un apposito hangar doganale quando una delle impiegate chiama Domenico e chiede chiarimenti su una vecchia Volvo importata in Russia precedentemente e mai uscita. Sembra che non si possano avere due auto contemporaneamente sul territorio della Federazione, ribadisco il sembra perché anche in questo caso sono a conoscenza di esempi dove questo è avvenuto. Retromarcia e di nuovo si torna in Lettonia dopo rapido annullamento dei timbri d’ingresso russi e lo stupore dei baltici che vedono per la seconda volta in pochi giorni la coloratissima auto tornare indietro. La polizia lettone decide di non infierire quando viene fuori anche il fatto che il mio tampone è scaduto. Ci areniamo a Ludza alle 2 di notte in una locanda appena riaperta dopo oltre un anno di fermo dovuto al Covid.
Operazione Leningrado
Sappiamo cosa fare, i russi ce lo hanno spiegato benissimo. La vecchia Volvo deve uscire dalla Russia se vogliamo che la Toyota entri. Il vecchio diesel deve lasciare posto alla nostra auto ecologica. Valutiamo come procedere e la soluzione più rapida è spostarsi a Narva, in Estonia, che dista 180 km da San Pietroburgo dove si trova la Volvo da far uscire dalla Russia. Otto ore di strada per raggiungere l’ultimo angolo di Estonia e di Unione Europea con l’obiettivo di organizzarsi bene per non accumulare ulteriore ritardo. Domenico varcherà a piedi il confine e tenterà con mezzi di fortuna di recuperare chiavi e auto per portarla in Estonia. Io mi occupo di trovare l’albergo e una sistemazione per lungo tempo per la Volvo. Rimangono delle incognite, come sperare che la Volvo riparta e che nelle due dogane per Domenico non ci siano problemi. Ricordiamoci che in tutto questo c’è anche il Covid e una pandemia in corso e dalla Russia all’Estonia non si entra ed esce come tra Italia e Slovenia nella piazza della stazione di Nova Gorica. Mimmo riuscirà eroicamente nell’impresa e all’una di notte sarà di nuovo in Estonia dopo essersi goduto pochi minuti della notti bianche che caratterizzano la ex Leningrado di questi tempi. Affittando taxi e contrattando con autisti riuscirà ad andare a San Pietroburgo con appena 25 euro. Nel frattempo a Narva arriva Fabio Cofferati con la sua vespa. È una visita per osservare la Russia dal balcone sul fiume che dà il nome alla città. Il suo viaggio sembra arenarsi per l’impossibilità di ottenere un visto russo. Prima di mollare vuole almeno vederla la Russia tanto agognata e necessaria per arrivare in Giappone.
Il tifoso perfetto e l’ingresso in Russia
Oltre che guardare oltre il fiume con Fabio ci regaliamo una bella cenetta. Per entrambi potrebbe essere il punto di arrivo dei rispettivi viaggi o l’inizio di qualcosa di nuovo. Parcheggiamo i veicoli e studiamo tutte le angolature possibili per le eventuali foto del nostro insuccesso qualora la mattinata in dogana del giorno dopo andasse male. In realtà si è accesa una speranza anche per Fabio. Domenico ha modo di tentare di fargli avere un biglietto per la partita del 2 luglio proprio a San Pietroburgo. Il tentativo è provare a fare entrare Cofferati e la vespa spacciandolo come tifoso di una delle squadre che si potrebbero qualificare per il quarto di finale. Raccontata così sembra una barzelletta ma nella realtà dei fatti la cosa funzionerà e il vespista emiliano riuscirà ad entrare in Russia con la carta di immigrazione che scadrà il 12 luglio, dieci giorni dopo la partita che non andrà mai a vedere. La vespa ottiene il permesso di entrate per un anno. Questo significa che se non interverrà una sanatoria come in occasione dei mondiali del 2018 che prorogò le scadenze dei permessi dei tifosi, Fabio dovrà lasciare la Russia tra due settimane, ma poi potrà riprendere il viaggio appena possibile dove parcheggerà la vespa. La dogana sul ponte che divide la estone Narva dalla russa Ivangorod si rivela un thriller anche troppo emozionante. Ogni passo avanti è motivo di soddisfazione. Gli estoni potrebbero chiedere perché Domenico nello stesso giorno – era l’una della notte – sia già passato da lì con un’auto, poi i russi potrebbero avere da dire sui nostri tamponi scaduti, sul fatto che nei passaporti abbiamo timbri di ingresso russi annullati due giorni prima ed infine accorgersi dei precedenti tentativi di fare entrale la nostra auto. Tutto viene spiegato e stavolta troviamo personale di dogana molto puntiglioso ma anche disponibile e comprensivo. Alla fine la vecchia vespa e la nuova C-HR entrano in Russia quasi contemporaneamente. C’è motivo di festeggiare e questo avviene sotto i cartelli dell’ingresso ad Ivangorod e in un “kafe” di Kingisepp, la città vicina dedicata allo storico rivoluzionario bloscevico estone Viktor Kingisepp. La Volvo rientrata nella notte dalla Russia ha intanto trovato ospitalità in una dacia di campagna non lontano da Narva. Anche questo è il risultato della collaborazione con Landi Renzo Polska che ha attivato le filiali baltiche che hanno portato Elena al nostro albergo e l’auto a casa dei suoi genitori. Un altro esempio di organizzazione perfetta.
A Mosca!
Salutato Fabio e separati i rispettivi cammini, abbiamo intrapreso la strada per Mosca dopo aver rifornito alla stazione di metano Gazprom di Tosno. La bassa pressione del rifornimento non ci permette di raggiungere con il gas naturale la lontana Tver’, costringendoci ad usare per la prima volta un poco di benzina. Ci eravamo abituati a rifornimenti straordinari nei self-service lettoni ed estoni, ma stavolta, nonostante nei paesi baltici arrivi lo stesso gas russo, qualcosa è andato storto. Poco dopo Tver’ dormiamo in un alloggio per camionisti. Sono le tre di notte e le emozioni della giornata ci consigliano di non chiedere ulteriori sforzi ai nostri provati fisici. Del resto a Mosca ci aspettano alcuni eventi e un temporale degno del diluvio universale. Proprio sotto una pioggia battente approfittiamo della scarsa attenzione delle forze dell’ordine per scattare qualche foto della nostra auto a ridosso della Piazza Rossa e della chiesa di San Basilio. La cronaca degli incontri avvenuti nella capitale russa e del successivo cammino verso Kazan’, il Tatarstan e i monti Urali saranno oggetto del racconto della prossima settimana.
Articolo pubblicato originariamente su TeverePost.it.