Giorno 13 – 9 gennaio 2015 – Chisinau-Sebes (630 km)
Lasciamo l’Ezio Palace per andare a fare rifornimento di metano in uno dei sei distributori che circondano Chisinau. Lo sviluppo di questo tipo di carburante, in Moldavia, è in crescita esponenziale. Nessuno è in grado di dirci quanti siano i distributori presenti ed in fase di apertura. Un aspetto significativo è che in tutti quelli aperti recentemente, che di solito sono marchiati Lukoil, c’è una colonna di erogazione con l’attacco Ngv1 e una con il sistema ex sovietico. Tutto questo ci permette di rifornire senza dover utilizzare l’adattatore. Circa venti metri cubi di metano moldavo vanno a fare compagnia ai restanti di quello di Odessa. Il Gpl costa 0,45 centesimi di euro, mentre benzina e gasolio sono attorno all’euro.
C’è grande curiosità da parte dei gestori della stazione di servizio ubicata proprio alle porte della capitale, lungo la strada per Hincesti, per un veicolo con gli adesivi di Ecomotori. Solitamente siamo noi a fotografare i punti di rifornimento, mentre stavolta sono loro ad immortalare noi. La novità di oggi, oltre al fatto che torneremo in Unione Europea passando dalla Moldavia alla Romania, è il ritorno alle salite e discese che occuperanno il posto delle enormi pianure ucraine. Molti sono i valichi, tutti sotto i mille metri, che affronteremo. Si comincia dai rilievi che separano Chisinau dalla Romania dove inizia anche a nevicare. La velocità media scende a meno di cinquanta chilometri orari e l’asfalto scompare lasciando il posto a neve e ghiaccio. La temperatura è sempre quella degli ultimi giorni e stavolta nessuno spazzaneve sembra intervenire per provare a mantenere un itinerario internazionale, forse il più importante della Moldavia, in qualche modo pulito. Il risultato è che raggiungiamo il fiume Prut, sul quale passeremo attraverso un ponte che collega alla Romania, dopo oltre due ore di marcia. Non c’è fila sul lato moldavo del confine e grazie a ciò passiamo in pochi minuti alla parte romena e quindi comunitaria. Qui la coda di auto è immensa per passaporti non comunitari, mentre per quella che riguarda la nostra situazione siamo solo due auto. Di fatto non veniamo neppure controllati, si parla un poco di Toscana e dell’amore del doganiere di turno per l’arte musicale del grande Totò Cutugno ed eccoci a pagare la vignetta stradale romena.
La pulizia dell’asfalto migliora solo in parte. Quando si passa da un dipartimento amministrativo all’altro le strade possono migliorare o risultare molto peggiori di prima. Per trovare una situazione accettabile dobbiamo aspettare la città di Bacau dove sostiamo una mezzora per pranzare. In questa occasione ritorniamo, per la prima volta da dopo aver lasciato Kiev, a rivedere il segno positivo sul termometro. Prima di questo abbiamo vissuto una delle più bizzarre avventure del viaggio quando abbiamo superato uno dei passi che separa la Moldavia rumena dalla Transilvania su una strada quasi vergine dal punto di vista della ripulitura post nevicata. Ci consoliamo del ritardo accumulato sulla tabella di marcia riguardando le belle foto scattate nel valico in precedenza affrontato.
Senza la neve sulla strada il nuovo pericolo diventa il buio, situazione dove in Romania è meglio non viaggiare. Il problema sono adulti e bambini che camminano lungo le strade nella più completa oscurità oltre ai carretti trainati da cavalli che di notte non dovrebbero neppure circolare. Anche il numero dei cani randagi, come raccontato numerose volte in precedenti occasioni, caratterizza questa nazione e la sua sicurezza stradale. Il numero di cani morti lungo la strada fa comprendere la pericolosità del fenomeno oramai storicizzato. I cani rumeni hanno raggiunto un livello superiore di evoluzione rispetto a quelli italiani visto che prediligono lo stazionamento presso semafori e passaggi a livello rimanendo in attesa delle cose che posso essere gettate dai finestrini. Nel tardo pomeriggio, presso il capoluogo della Transilvania Brasov, terminiamo con un buon risultato di 425 chilometri il pieno di metano moldavo-ucraino. Ancora una volta l’impianto Bigas-Cavagna ci regala numeri soddisfacenti anche considerando che non abbiamo potuto tenere un passo regolare a causa dei frequenti rallentamenti dovuti alle condizioni meteo e stradali. I prossimi 400 chilometri del viaggio, quelli che ci porteranno nella città ungherese di Zseged, saranno quelli meno ecologici tenuto conto che dovremmo farli utilizzando la benzina. Non si comprende il perché la Romania sia rimasta l’unica nazione, di ques’area geografica, a non avere punti di erogazione del metano per auto. C’è in abbondanza il gpl al costo di circa 60 centesimi di euro al litro mentre benzina e Gasolio sono attorno a 1,15 euro.
Nei pressi di Sibiu la nostra strada si congiunge a quella che da Bucarest va verso l’Ungheria. Da anni è in progetto un’autostrada che dovrà collegare la capitale rumena e Budapest, ma fino a poco tempo fa la moderna quattro corsie si limitava a girare intorno a Sibiu. Con nostra sorpresa è stato aperto un nuovo tratto che ci fa raggiungere con rapidità la città di Sebes dove, vista la tarda ora, ci fermiamo a dormire in attesa di scoprire fino a dove ci porterà domani la nuova autostrada.