A Mosca dopo tante peripezie

L'equipaggio festeggia il sospirato ingresso in Russia

Dopo la prima settimana che ha portato la spedizione ecologica da Milano a Riga, e la seconda sosta utile sia a svolgere l’Ecorally del Portogallo che a risolvere i problemi burocratici emersi, “Ripartiamo Insieme Milano-Cortina-Tokyo” entra finalmente nella terza settimana e può riprendere il proprio cammino, non senza novità e difficoltà.

Il primo problema in dogana e le possibili soluzioni

Quella successo alla frontiera di Terehova tra Lettonia e Russia non era una problematica legata al veicolo ma al mio permesso di soggiorno. Sembrerebbe che un residente permanente in territorio russo non possa importare temporaneamente un’auto che non sia propria, esattamente come nel nostro caso. Il condizionale è d’obbligo perché ho avuto notizia di situazioni simili risolte diversamente in altre dogane e in altri momenti o nella stessa dogana semplicemente alla presenza di altro personale. In ogni caso questo aveva determinato il ritorno a Riga, e per il prosieguo del viaggio diventava determinante trovare un non russo con visto d’entrata in regola, con ingressi e uscite multiple e che potesse importare temporaneamente il veicolo. Snam, proprietaria della Toyota C-HR ibrida-metano, avrebbe dovuto modificare la delega notarile per consentire ad un mister X di portare in Russia l’auto in mia compagnia. Se al buon Roberto Chiodi fosse stato concesso il visto di entrata il problema sarebbe stato risolto, ma in epoca Covid entrano in pochi e i visti sono bloccati se non per i residenti o gli stretti familiari di cittadini russi. Grazie a molti italiani che vivono in Russia è partita una caccia all’uomo che ha portato a scovare Domenico, persona che si è rivelata una vera risorsa per la nostra spedizione.

Il nuovo compagno di viaggio

Domenico “Mimmo” Raguseo viaggia da quando è nato ed è una di quelle persone che esaurisce le pagine dei passaporti ben prima della scadenza naturale. Italiano nato in Germania, al momento residente in Slovenia per motivi di studio con una parte di vita trascorsa in Friuli. Grazie ad anni di lavoro in Australia ha anche il passaporto della terra dei canguri. Proprio dall’Oceania rientrò in Italia con un lungo viaggio a bordo di uno scooter nel 2014. Al momento frequenta la Russia sia per il fatto che ha la moglie nei pressi di Mosca e sia perché appassionato di calcio e anche la Russia, in queste settimane, ospita gli Europei. Grazie alla moglie riesce ad ottenere regolarmente il visto russo e grazie agli europei di calcio riesce a varcare il confine anche senza visto, grazie ai biglietti per le partite in suo possesso, fino alla fine della manifestazione sportiva. Entrambi i particolari saranno determinanti per la nostra spedizione, come la sua passione per la musica italiana anni ’80 è assolutamente compatibile sia con me che con le radio russe.

In attesa di Mimmo

Mimmo sarà a Riga solo venerdì nel primo pomeriggio e decido di usare nel modo migliore il tempo a disposizione. Visito l’officina VSM Serviss di Ainars Sirmelis, distributore di Landi Renzo in Lettonia. La struttura che gestisce installa impianti a metano, gpl e diesel-metano. Inoltre si occupa di pneumatici, rifornimento gpl, autolavaggio e con un piccolo carro bombolaio trasporta biometano. Nello spazio davanti alla propria officina ci sarebbe spazio anche per una stazione di metano e il sogno potrebbe diventare presto realtà. VSM Serviss si trova a Sigulda, una piacevole cittadina immersa tra natura e castelli a nord-est di Riga. È bello conoscere persone come Ainars che credono ed investono nel gas naturale. Una vera convinzione. dato che cinque anni fa in tutta la Lettonia c’era un solo punto di rifornimento di metano e non sempre funzionante.

I dilemmi di Fabio il vespista

La validità dell’ultimo tampone fatto a Milano mi permette di poter ancora varcare confini. Scelgo di sfruttare l’ulteriore tempo libero per andare verso sud e tornare in Lituania. A Siauliai è arenato il vespista Fabio Cofferati appena arrivato da Varsavia. Anche il suo obiettivo è quello di arrivare a Tokyo per i giochi olimpici sulle orme dello storico viaggio di Roberto Patrignani del 1964. Lui inquina molto più della nostra eco-auto ma allo stesso tempo con le restrizioni del Covid sta compiendo qualcosa di eroico, soprattutto con una vespa del 1963. Passiamo alcune ore assieme visitando la collina delle croci nei pressi di Siauliai. Al ritorno a Riga vengo riesaminato attentamente dalla polizia lettone che mi concede le consuete dodici ore, che poi diventeranno almeno il triplo per il transito verso la Russia.

Il secondo stop in dogana

L’aereo di Domenico arriva puntuale a Riga in un giorno festivo in terra lettone che mi rende impossibile fare un ennesimo tampone che sarebbe necessario se attraversassi il confine con la Russia dopo la mezzanotte. Dopo lunghe chiacchierate telefoniche è il primo incontro tra il mio nuovo compagno di viaggio e me. C’è sintonia e tante cose da raccontarci, cosa ottima visto il quantitativo di ore che passeremo assieme chiusi in auto. C’è anche ottimismo per il fatto che il viaggio prosegua fluido e pensiamo di arrivare in Russia già in serata. A Ludza, ultimo paese in Lettonia, sostiamo alla pizzeria Villaggio dove la signora Diana ci rifocilla come dei figli. La pizza nello stomaco sarà provvidenziale nel resistere alle lunghe ore a cavallo del confine. La parte lettone della dogana vola via in mezz’ora e per la seconda volta in pochi giorni mi trovo oltre la linea del confine ma non oltre la sbarra dove inizia la vera Russia. Si perde molto tempo per spiegare il perché del rifiuto precedente all’ingresso in Russia e quindi per giustificare le informazioni contraddittorie che via via escono dal computer delle serie impiegate doganali. Tutto sembra comunque procedere per il meglio, seppure lentamente. Siamo quasi allo scoccare della quinta ora e stiamo iniziando a mostrare tutto il contenuto della nostre valigie in un apposito hangar doganale quando una delle impiegate chiama Domenico e chiede chiarimenti su una vecchia Volvo importata in Russia precedentemente e mai uscita. Sembra che non si possano avere due auto contemporaneamente sul territorio della Federazione, ribadisco il sembra perché anche in questo caso sono a conoscenza di esempi dove questo è avvenuto. Retromarcia e di nuovo si torna in Lettonia dopo rapido annullamento dei timbri d’ingresso russi e lo stupore dei baltici che vedono per la seconda volta in pochi giorni la coloratissima auto tornare indietro. La polizia lettone decide di non infierire quando viene fuori anche il fatto che il mio tampone è scaduto. Ci areniamo a Ludza alle 2 di notte in una locanda appena riaperta dopo oltre un anno di fermo dovuto al Covid.

Operazione Leningrado

Sappiamo cosa fare, i russi ce lo hanno spiegato benissimo. La vecchia Volvo deve uscire dalla Russia se vogliamo che la Toyota entri. Il vecchio diesel deve lasciare posto alla nostra auto ecologica. Valutiamo come procedere e la soluzione più rapida è spostarsi a Narva, in Estonia, che dista 180 km da San Pietroburgo dove si trova la Volvo da far uscire dalla Russia. Otto ore di strada per raggiungere l’ultimo angolo di Estonia e di Unione Europea con l’obiettivo di organizzarsi bene per non accumulare ulteriore ritardo. Domenico varcherà a piedi il confine e tenterà con mezzi di fortuna di recuperare chiavi e auto per portarla in Estonia. Io mi occupo di trovare l’albergo e una sistemazione per lungo tempo per la Volvo. Rimangono delle incognite, come sperare che la Volvo riparta e che nelle due dogane per Domenico non ci siano problemi. Ricordiamoci che in tutto questo c’è anche il Covid e una pandemia in corso e dalla Russia all’Estonia non si entra ed esce come tra Italia e Slovenia nella piazza della stazione di Nova Gorica. Mimmo riuscirà eroicamente nell’impresa e all’una di notte sarà di nuovo in Estonia dopo essersi goduto pochi minuti della notti bianche che caratterizzano la ex Leningrado di questi tempi. Affittando taxi e contrattando con autisti riuscirà ad andare a San Pietroburgo con appena 25 euro. Nel frattempo a Narva arriva Fabio Cofferati con la sua vespa. È una visita per osservare la Russia dal balcone sul fiume che dà il nome alla città. Il suo viaggio sembra arenarsi per l’impossibilità di ottenere un visto russo. Prima di mollare vuole almeno vederla la Russia tanto agognata e necessaria per arrivare in Giappone.

Il tifoso perfetto e l’ingresso in Russia

Oltre che guardare oltre il fiume con Fabio ci regaliamo una bella cenetta. Per entrambi potrebbe essere il punto di arrivo dei rispettivi viaggi o l’inizio di qualcosa di nuovo. Parcheggiamo i veicoli e studiamo tutte le angolature possibili per le eventuali foto del nostro insuccesso qualora la mattinata in dogana del giorno dopo andasse male. In realtà si è accesa una speranza anche per Fabio. Domenico ha modo di tentare di fargli avere un biglietto per la partita del 2 luglio proprio a San Pietroburgo. Il tentativo è provare a fare entrare Cofferati e la vespa spacciandolo come tifoso di una delle squadre che si potrebbero qualificare per il quarto di finale. Raccontata così sembra una barzelletta ma nella realtà dei fatti la cosa funzionerà e il vespista emiliano riuscirà ad entrare in Russia con la carta di immigrazione che scadrà il 12 luglio, dieci giorni dopo la partita che non andrà mai a vedere. La vespa ottiene il permesso di entrate per un anno. Questo significa che se non interverrà una sanatoria come in occasione dei mondiali del 2018 che prorogò le scadenze dei permessi dei tifosi, Fabio dovrà lasciare la Russia tra due settimane, ma poi potrà riprendere il viaggio appena possibile dove parcheggerà la vespa. La dogana sul ponte che divide la estone Narva dalla russa Ivangorod si rivela un thriller anche troppo emozionante. Ogni passo avanti è motivo di soddisfazione. Gli estoni potrebbero chiedere perché Domenico nello stesso giorno – era l’una della notte – sia già passato da lì con un’auto, poi i russi potrebbero avere da dire sui nostri tamponi scaduti, sul fatto che nei passaporti abbiamo timbri di ingresso russi annullati due giorni prima ed infine accorgersi dei precedenti tentativi di fare entrale la nostra auto. Tutto viene spiegato e stavolta troviamo personale di dogana molto puntiglioso ma anche disponibile e comprensivo. Alla fine la vecchia vespa e la nuova C-HR entrano in Russia quasi contemporaneamente. C’è motivo di festeggiare e questo avviene sotto i cartelli dell’ingresso ad Ivangorod e in un “kafe” di Kingisepp, la città vicina dedicata allo storico rivoluzionario bloscevico estone Viktor Kingisepp. La Volvo rientrata nella notte dalla Russia ha intanto trovato ospitalità in una dacia di campagna non lontano da Narva. Anche questo è il risultato della collaborazione con Landi Renzo Polska che ha attivato le filiali baltiche che hanno portato Elena al nostro albergo e l’auto a casa dei suoi genitori. Un altro esempio di organizzazione perfetta.

A Mosca!

Salutato Fabio e separati i rispettivi cammini, abbiamo intrapreso la strada per Mosca dopo aver rifornito alla stazione di metano Gazprom di Tosno. La bassa pressione del rifornimento non ci permette di raggiungere con il gas naturale la lontana Tver’, costringendoci ad usare per la prima volta un poco di benzina. Ci eravamo abituati a rifornimenti straordinari nei self-service lettoni ed estoni, ma stavolta, nonostante nei paesi baltici arrivi lo stesso gas russo, qualcosa è andato storto. Poco dopo Tver’ dormiamo in un alloggio per camionisti. Sono le tre di notte e le emozioni della giornata ci consigliano di non chiedere ulteriori sforzi ai nostri provati fisici. Del resto a Mosca ci aspettano alcuni eventi e un temporale degno del diluvio universale. Proprio sotto una pioggia battente approfittiamo della scarsa attenzione delle forze dell’ordine per scattare qualche foto della nostra auto a ridosso della Piazza Rossa e della chiesa di San Basilio. La cronaca degli incontri avvenuti nella capitale russa e del successivo cammino verso Kazan’, il Tatarstan e i monti Urali saranno oggetto del racconto della prossima settimana.

Articolo pubblicato originariamente su TeverePost.it.

Milano-Cortina-Tokyo, dall’eco mediatica della partenza a una sosta in Lettonia

A Cortina d'Ampezzo

Anche un pizzico di Valtiberina ha avuto la propria ribalta nella stampa nazionale in occasione della partenza da Milano, lo scorso dieci giugno, di “Ripartiamo Insieme Milano-Cortina-Tokyo 2021”. Sia chi scrive che le aziende del nostro territorio, tra le quali Piccini Paolo Spa, installatore dell’impianto a gas naturale che ha modificato la Toyota C-HR ibrida protagonista del viaggio, hanno avuto grande visibilità nelle principali testate giornalistiche come Gazzetta dello Sport, La Repubblica, Quattroruote, ma anche la trasmissione di Radio Due Caterpillar e decine di giornali a carattere locale.

Sono convinto che in un periodo storico come questo probabilmente qualunque notizia di ripresa dopo la pandemia di Covid-19 è avvantaggiata rispetto alle drammatiche pagine di informazione degli ultimi mesi. Allo stesso tempo sono di facile veicolazione i due messaggi che il viaggio vuole comunicare, la ripartenza della vita e la promozione di una tecnologia rivoluzionaria per il mondo del trasporto su gomma. Tra l’altro un’auto ibrida che viaggia con metano e biometano è oggetto di interesse anche in tutti i luoghi dove ci fermiamo a fare rifornimento. In ogni caso il clamore attorno al viaggio è un aspetto che fa enormemente piacere sia a chi lo ha ideato sia a coloro che lo stanno sostenendo. Oggi facciamo il bilancio della prima settimana, che ha visto alternarsi emozioni, problemi burocratici e dati interessanti sui consumi del veicolo.

Le pre-partenze di Sansepolcro, Cavriago e Metanopoli

I principali compagni di viaggio della nostra avventura sono Piccini Paolo Spa, Landi Renzo Spa e Snam. Le tre aziende sono rispettivamente installatrice dell’impianto, produttrice dello stesso e proprietaria del veicolo. Per onorare tutte e tre le realtà industriali e le loro lunghissime storie abbiamo organizzato altrettante pre-partenze da Sansepolcro, Cavriago e Metanopoli. Roberto Chiodi, storico giornalista e pilota di rally con nel proprio palmarès la partecipazione a tre Pechino-Parigi, un giro del mondo per auto d’epoca, due MilleMiglia e molte altre importanti gare, era al mio fianco. Una vicinanza fisica per pochi chilometri, ma morale per tutto il viaggio. Chiodi è tra le vittime della burocrazia russa e per il momento non può infatti affiancarmi nel viaggio al di fuori dell’Unione Europea. La partenza di Sansepolcro è avvenuta con un pieno di biometano grazie alla postazione di rifornimento mobile di Piccini e contribuirà al nostro obiettivo di percorrere tutti i chilometri italiani del viaggio con l’ausilio del solo biometano. La sosta di pranzo è avvenuta nella sede della Landi Renzo Spa a Corte Tegge di Cavriago. Ottima accoglienza e interessanti conversazioni sull’importante crescita dell’uso del gas naturale nell’est Europa e nello spazio ex sovietico. Infine la sorpresa del giorno è avvenuta a Metanopoli, la famosa frazione di San Donato Milanese dove ha sede Snam, dove abbiamo avuto l’onore di essere accolti anche dall’amministratore delegato Marco Alverà, che ha potuto verificare con i propri occhi l’importante trasformazione della Toyota C-HR di proprietà proprio di Snam.

Milano, Fai e Cortina

L’ Arena civica di Milano ospitò nell’agosto del 1907 il ritorno della storica Pechino-Parigi vinta dall’auto Itala con a bordo Scipione Borghese, Ettore Guizzardi e Luigi Barzini. L’episodio è sicuramente di buon auspicio ed è un onore trovarsi in un luogo importante per la storia dell’automobilismo e in generale per molte discipline sportive come calcio, ciclismo e atletica leggera. L’idea di partire dall’Arena di Parco Sempione è stata del Comune di Milano, in particolar modo dell’assessorato allo sport, turismo e qualità della vita. La Palazzina Appiani, di fatto tribuna d’onore dello storico stadio, è stata solo il primo dei luoghi Fai visitati nel giorno inaugurale del viaggio. Il Villaggio operaio di Crespi d’Adda, la Vittoria Alata di Brescia e il Castello di Avio hanno arricchito di storia e vicende interessanti la nostra prima importante collaborazione con il Fondo Ambiente Italiano. Sempre proseguendo il viaggio usando solo biometano siamo andati poi a vedere un impianto di produzione Ies Biogas a Verolanuova. Abbiamo quindi avuto modo di vedere Cortina e le Dolomiti sia alla sera che al mattino, quando la luce regala scorci davvero belli. Nella città che ha ospitato le Olimpiadi del 1956 si è ripetuta una seconda partenza proprio dallo stadio del ghiaccio olimpico che ospitò i primi Giochi in Italia.

Un virus si aggira per l’Europa

Cortina d’Ampezzo resterà nella mia memoria anche per l’ultimo tampone effettuato in Italia e per un errore di trascrizione della data di svolgimento che ci avrebbe tenuti bloccati per un’ora alla dogana austriaca. Ebbene sì, il Covid-19 ha riportato l’Europa a quando c’erano le dogane e il tampone negativo fatto a Cortina vale 72 ore entro le quali dovremo varcare tutti i confini programmati. Non da tutte le parti il controllo è accurato come in Austria, altri paesi fermano a campione, alcuni prevalentemente gli stranieri, altri i propri cittadini. A parte il lungo problema per entrare che ci ha poi fatto avere un approccio di preoccupazione ad ogni successivo confine, l’Austria è filata via senza particolari problemi. La Repubblica Ceca ci ha regalato uno sconto del 50% sulle proprie autostrade grazie alla coraggiosa scelta di premiare metano e biometano. Vedersi riconosciuta la propria “ecologicità” è stata una sensazione molto piacevole. La Polonia è il paese più grande tra quelli che dovevamo attraversare da parte a parte, ma sapevamo di poter contare su un momento di relax proprio nella capitale Varsavia grazie alla bella accoglienza di Landi Renzo Polska, che ci ha offerto lavaggio dell’auto, un ottimo pranzo per noi e del gustoso metano per la nostra auto. L’accoglienza di Fabio e dei suoi colleghi della filiale polacca di Landi Renzo ci ha permesso di non pensare tutto il giorno a macinare chilometri, cosa che abbiamo poi ricominciato a fare sotto un temporale che ci ha accompagnato fino alla Lituania.

Il lungo ed imprevisto soggiorno in Lettonia

Un altro aspetto ancora sconosciuto in Italia è che nel resto d’Europa il rifornimento avviene da anni, e quasi sempre, in modalità self-service. Ecco perché a mezzanotte di un giorno qualsiasi a Vilnius, a Vienna o a Riga è possibile mettere il metano. In Italia è finalmente possibile fare la stessa cosa, ma il percorso burocratico continua a non essere facile. Molto prima della scadenza della validità del tampone Covid sono alla frontiera tra Lettonia e Russia. Come da testimonianze di molti italiani diretti a Mosca, recentemente è capitato che i lettoni non abbiano fatto passare persone con regolare visto di ingresso. Nel nostro caso i documenti personali per permettermi di entrare sono ok. Roberto Chiodi ha già lasciato il viaggio, altrimenti sarebbe stato questo il confine per lui al momento invalicabile. Se con la frontiera lettone tutto fila sorprendentemente liscio, non accade la stessa cosa sul lato russo, per quanto l’approccio nei confronti del nostro viaggio sia positivo e gli addetti ai controlli siano ben lieti di ascoltare i nostri progetti di raggiungere il Pacifico con il gas naturale. Nonostante questo emerge un problema burocratico relativo all’importazione del veicolo. Avrei potuto continuare il viaggio senza l’auto, ma naturalmente non è all’ordine del giorno un viaggio con i soli mezzi pubblici. Decido per la ritirata temporanea e di seguire i consigli dei doganieri su come risolvere la questione. Serve tempo e forse un documento generale dall’Italia. Decido di dormire in dogana ma non sono fiducioso su una rapida risoluzione del problema. Già al mattino del giorno dopo vado a Riga per attivare dalla capitale lettone tutto il necessario per spostare il mio volo che mi riporterà in Europa nei prossimi giorni, che inizialmente era previsto da Mosca. Sempre Riga diventa il luogo dove la nostra auto aspetterà il semaforo verde per ripartire.

Consumi vicino ai dati attesi

Sono 3.431 i chilometri percorsi nella prima settimana di viaggio iniziando a contare dalla pre-partenza di Sansepolcro. Nelle sei nazioni attraversate si sono alternate tratte in autostrada, traffico cittadino, percorsi di montagna e lunghe strade statali in pianura. Complessivamente l’auto è andata molto vicino al dato che abbiamo stimato per l’intero percorso di viaggio, ovvero percorrere quaranta chilometri con un chilogrammo di metano. Al momento vantiamo un picco massimo di 41,5 e un minimo di 32,1. I dati sono influenzati anche dalla conversione tra chilogrammo e metro cubo, considerato che non tutti i paesi usano lo stesso sistema di misurazione. Il metano acquistato in Lettonia è quello che ci ha regalato i risultati migliori, quello polacco i peggiori. Ad oggi possiamo affermare, tenendo conto del prezzo italiano attorno a 0,90 euro/kg, che la Toyota C-HR ha percorso realmente quaranta chilometri con un chilo di gas naturale.

Dal Baltico all’Atlantico

Per una settimana la Milano-Cortina-Tokyo si fermerà. Doveva sostare a Mosca e invece per i problemi raccontati precedentemente si fermerà nella capitale lettone. Grazie al fatto che il volo che ci porterà sulla strada verso il Portogallo parte di sera abbiamo avuto il tempo di andare a passeggiare sulle rive del Mar Baltico sapendo che tra qualche ora potremo fare la stessa cosa su quelle dell’Oceano Atlantico dalle parti di Lisbona. Proprio ad Oeiras, nei pressi della capitale portoghese, si svolgerà la terza prova del campionato FIA dedicato alle energie alternative al quale prendiamo parte da ormai dodici anni. Il viaggio verso il Giappone e l’Oceano Pacifico riprenderà mercoledì 23 giugno con il nostro ritorno in Lettonia e la ripartenza verso il sospirato confine russo.

Articolo pubblicato originariamente su TeverePost.it.

La “Milano-Cortina-Tokyo” ha preso ufficialmente il via

La partenza della Milano-Torino-Tokyo da Palazzina Appiani presso l'Arena Civica

L’equipaggio della “Milano-Cortina-Tokyo” è ufficialmente in viaggio: si è svolta giovedì 10 giugno alle ore 10 alla Palazzina Appiani, presso la storica Arena Civica “Gianni Brera” di Parco Sempione, la cerimonia di partenza che ha visto la presenza del comune di Milano che ha ospitato l’evento e degli altri partner istituzionali e privati dell’iniziativa. A salutare l’equipaggio anche i campioni italiani energie alternative 2020 Chet Martino e Francesca Olivoni. Secondo start venerdì 11 dallo Stadio Olimpico di Cortina d’Ampezzo.

L’iniziativa ha l’obiettivo di unire le due città italiane che ospiteranno i Giochi invernali 2026 con la capitale del Giappone, dove le Olimpiadi si svolgeranno tra poche settimane. Il viaggio, organizzato dall’associazione Torino-Pechino di Sansepolcro, si svolge a bordo di una Toyota C-HR ibrida allestita con un impianto a gas naturale. Una tecnologia italiana al 100% destinata a portare una vera e propria rivoluzione verde in campo automobilistico. Il veicolo, che fa parte della flotta aziendale di Snam, è stato allestito da Piccini Impianti con un impianto Landi Renzo. Il lungo test drive a cui sarà sottoposta l’auto percorrendo gli oltre 25.000 chilometri previsti nella spedizione sarà l’occasione per confermare la valenza del mezzo e dell’impianto in termini ecologici, economici e di affidabilità.

Alla guida della Toyota C-HR il pilota Guido Guerrini, da anni protagonista nel circus mondiale delle competizioni automobilistiche per veicoli ad energie alternative, che ha all’attivo numerosi lunghi viaggi su mezzi ecologici. Con lui il giornalista Roberto Chiodi, a sua volta reduce da molte avventure automobilistiche e da tante gare sia per auto storiche che green. Lo start ufficiale è stato preceduto mercoledì 9 giugno da una serie di tappe di avvicinamento nelle sedi dei principali partner dell’iniziativa Piccini Paolo Spa / Piccini Impianti, Landi Renzo e Snam.

Il viaggio, patrocinato dalle città di Milano e Cortina, è accompagnato dallo slogan “Ripartiamo insieme!”, nell’ottica di lanciare un segnale di ottimismo dopo la fase più critica della pandemia di Covid-19. Il percorso prevede la valorizzazione di luoghi FAI durante i transiti in territorio italiano, e già nel giorno del via l’equipaggio ha sostato al Villaggio operaio di Crespi d’Adda, al Capitolium di Brescia che ospita la Vittoria Alata e al castello di Avio. Tra le prime tappe all’estero ci saranno la visita della sede di Landi Renzo Polonia a Varsavia sabato 12 e un evento presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca lunedì 14 giugno. La “Milano-Cortina-Tokyo” potrà essere seguita nel sito internet www.milanocortinatokyo.com, nelle pagine Facebook “Torino-Pechino, viaggi e rally ecologici” e “Milano Cortina Tokyo – Ripartiamo insieme” e nel profilo Instagram guido_in_viaggio.

Dall’Italia al Giappone, venticinquemila chilometri con il veicolo del futuro

La Toyota C.HR all'Arena Civica di Milano

Giovedì 10 giugno alle 10.00, dalla Palazzina Appiani presso l’Arena civica Gianni Brera all’interno di Parco Sempione, prenderà il via ufficialmente “Ripartiamo Insieme, Milano-Cortina-Tokyo 2021”, avventura ecologica che porterà la Toyota C-HR di Snam a percorrere i circa venticinquemila chilometri, tra viaggio di andata e ritorno, che separano Italia e Giappone.

Un percorso simbolico che collega le città di Milano e Cortina d’Ampezzo, che ospiteranno le Olimpiadi invernali del 2026, con Tokyo, dove i giochi inizieranno il prossimo 23 luglio. La partenza di Milano sarà seguita il giorno successivo da una partenza bis da Cortina d’Ampezzo alle ore 9 dallo Stadio Olimpico costruito in occasione dei Giochi del 1956. Il via ufficiale avverrà in una data simbolica per il mondo dei motori, dato che lo stesso giorno prenderà il via da Milano anche il MIMO, il Milano Monza Motor Show.

Il progetto di viaggio ha avuto il sostegno e il patrocinio delle due città olimpiche e oltre a valorizzare la prossima olimpiade italiana vuole anche dare un forte segnale di ripartenza dopo la fase più problematica della pandemia di Covid-19. Dopo le partenze da Milano e Cortina d’Ampezzo, le tappe già programmate del viaggio (problemi connessi al Covid permettendo) saranno la visita, nei pressi di Varsavia, della sede di Landi Renzo Polska sabato 12 a mezzogiorno e il ricevimento all’Ambasciata d’Italia a Mosca lunedì 14 giugno alle ore 18 locali. L’evento presso la rappresentanza diplomatica italiana nella capitale russa, particolarmente importante vista l’ottica di rafforzare la presenza delle realtà italiane coinvolte nel viaggio proprio nel mercato del più vasto Paese del mondo, concluderà la prima parte del viaggio.

Tecnologia 100% italiana per un lungo test drive

L’auto, messa a disposizione da Snam e facente parte della sua flotta aziendale, è stata allestita da Piccini Impianti con un impianto Landi Renzo. La Toyota C-HR è un veicolo ibrido in grado di percorrere anche 30 chilometri con un litro di benzina, e grazie all’intervento che ha portato alla possibilità di alimentare l’auto attraverso biometano o metano potrà viaggiare per 40 chilometri spendendo appena un euro. Naturalmente la stima è condizionata dal tipo di percorso e stile di guida, ma nei test prima del viaggio è emerso un valore atteso anche più elevato dei 40 chilometri dichiarati per ogni chilogrammo di gas naturale. Il lungo test drive permetterà non solo di confermare l’ecologicità ed economicità del veicolo coinvolto, ma percorrendo una distanza così lunga sarà possibile certificare anche l’affidabilità di una tecnologia destinata a contribuire ad una rivoluzione verde in campo automobilistico.

Equipaggio, pre-partenze, luoghi Fai

Compiranno il viaggio due vecchie conoscenze dei percorsi tra Europa e Asia: il giornalista Roberto Chiodi, che vanta tre Pechino-Parigi, un giro del mondo per auto storiche e numerose gare sia per auto storiche che ecologiche, e Guido Guerrini, con esperienza su lunghi viaggi con veicoli ecologici tra cui una Torino-Pechino e una Lisbona-Vladivostok. Chiodi e Guerrini saranno ospiti dei principali partner della Milano-Cortina-Tokyo nel giorno precedente alla partenza ufficiale. Il giorno 9 giugno la Toyota C-HR inizierà un percorso di avvicinamento dalla Toscana muovendosi dalla sede di Sansepolcro (Ar) della Piccini Paolo Spa con un evento di presentazione del viaggio alle 9.30. Dalle 13.30 l’equipaggio sosterà ed effettuerà una nuova partenza simbolica a Corte Tegge di Cavriago (Re), presso la sede di Lanzi Renzo Spa. Infine nel tardo pomeriggio a Metanopoli, nel comune di San Donato Milanese, le foto commemorative davanti alla sede principale di Snam.

Il viaggio da Milano e Cortina e quello al ritorno da Cortina a Milano sono pensati in modalità slow e green per valorizzare i principali itinerari che gli appassionati di sport effettueranno da una località all’altra in occasione delle Olimpiadi del 2026. I due percorsi saranno effettuati con rifornimenti mobili di biometano e visitando alcuni luoghi concordati con il Fai, il Fondo Ambiente Italiano. Il viaggio di andata valorizzerà i luoghi ubicati nella direttrice Brescia-Garda-Valle dell’Adige, mentre quelli di ritorno privilegeranno la Valtellina.

Tra Covid e burocrazia

“Programmare un viaggio in epoca Covid è più difficile che guidare l’auto attraverso le strade dell’Eurasia”, ha dichiarato più volte pubblicamente Guido Guerrini, che è riuscito ad aggirare parte della burocrazia grazie alla sua attuale residenza nella Federazione Russa. L’ufficializzazione della partenza e la scelta della data sono state dettate dall’obbligo di rispettare le normative Covid dei numerosi Paesi che saranno attraversati. È assolutamente probabile che il piano di viaggio subirà numerose modifiche per poter risolvere tutti i problemi burocratici che emergeranno lungo il percorso, come non è affatto certo che chi sarà a bordo dell’auto potrà percorrere l’intero tragitto. A tutti sarà richiesta una forte flessibilità per consentire al progetto di raggiungere l’obiettivo finale. Al momento è impensabile che l’auto riesca ad attraversare i quarantatré chilometri che separano Russia e Giappone data la sospensione delle tratte dei traghetti causa pandemia. Per quanto la cosa non incida più di tanto nel chilometraggio del viaggio e sulla validità del test drive, sarà effettuato fino al giorno prima dell’inizio dei Giochi olimpici il tentativo di riuscire a portare a Tokyo l’auto o almeno l’equipaggio.

Dove seguire il viaggio

Sarà possibile seguire il viaggio nel sito internet www.milanocortinatokyo.com, nelle pagine Facebook “Torino-Pechino, viaggi e rally ecologici” e “Milano Cortina Tokyo – Ripartiamo insieme” e nel profilo Instagram guido_in_viaggio.

Dieci anni dalla Roma-Volgograd nell’inverno russo

il 21 gennaio 2011 fa partiva lo storico viaggio invernale verso la ex Stalingrado e la valle del Don sulle tracce dei soldati italiani dispersi in Russia. Un viaggio che ha cambiato la vita ai due protagonisti.

Sotto una storica nevicata che bloccò per alcune ore le principali strade del centro Italia, nella notte tra il 21 e 22 gennaio 2011 prendeva il via la Roma-Volgograd-Roma, un viaggio dedicato ai soldati italiani dispersi in Russia e svolto in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Per i ragazzi dell’Associazione Culturale Torino-Pechino non fu certo il viaggio più lungo tra quelli vissuti fino a quel momento, ma era uno dei più complicati da organizzare ed effettuare.

Già guidare in inverno nelle basse temperature delle strade dell’Europa orientale non è una cosa semplice, ma a questo andavano aggiunte problematiche burocratiche per attraversare alcune complicate frontiere e portare un carico di aiuti umanitari destinati all’Associazione Giovanni XXIII di Volgograd.

L’idea del viaggio nacque alcuni mesi prima in occasione del Motor Show di Bologna durante una cena in un albergo in Via Stalingrado, l’arteria stradale a nord di Bologna dove si trova la famosa Fiera che ospita eventi importanti. Un importatore di fuoristrada cinesi, un installatore di impianti gpl e dei folli viaggiatori che volevano visitare e raccontare i luoghi dove si svolsero alcuni dei più importanti fatti della Seconda guerra mondiale furono gli ingredienti della ricetta del viaggio che in seguito portò anche alla pubblicazione di un fortunato libro che porta proprio il titolo di “Via Stalingrado”. L’equipaggio fu composto da Guido Guerrini ed Emanuele Calchetti con l’indispensabile aiuto da remoto di Andrea Gnaldi che si occupò della parte social e comunicativa.

Il viaggio si poneva alcuni obiettivi tecnici e altri umanitari. Tra i primi c’erano da dimostrare l’affidabilità di un fuoristrada “made in China” e la capacità dell’impianto a gpl di funzionare anche a temperature vicine ai -30°C. La jeep se la cavò eccellentemente nella neve ed ebbe qualche problema solo nel fango incontrato nel sud della Moldavia. In ogni caso le quattro ruote motrici permisero sempre di uscire da ogni situazione complessa. L’imprevisto più difficile da gestire fu la rottura del meccanismo che muove il vetro del finestrino che si congelò e piegò in modo irrecuperabile. Un artigiano russo ci mise una pezza inventandosi un sopporto di legno per impedirci di viaggiare con il vetro abbassato. Sotto l’aspetto umanitario il nostro carico di vestiti, cibo e altri doni riuscì ad arrivare quasi intatto sulle rive del Volga. Ogni dogana fu un calvario da superare con grande pazienza e qualche “regalo”.

Durante il viaggio di andata trovammo moltissima neve sia in Italia che in Slovenia, Ungheria e anche Romania. Quest’ultima, in particolare le città di Timisoara e Bucarest, divennero il nostro quartier generale avanzato grazie all’ospitalità delle amiche Alexandra e Viorica. Il gelo ci accompagnò anche in Moldavia e nella ribelle Transnistria, stato autoproclamato nella parte orientale della Moldavia, dove conoscemmo l’italiano Sergio, che saremmo tornati a trovare anche nel viaggio di ritorno. L’ingresso in Ucraina e in particolar modo la costa sul Mar Nero da Odessa alla Crimea ci costrinsero a marciare a ritmi lentissimi a causa della presenza continua di ghiaccio e camion intraversati. A tal proposito per la prima volta nella nostra vita vedemmo il mare completamente ghiacciato.

Curiosamente mente trovammo tempo e temperature migliori nei primi giorni trascorsi in Russia. Nella sosta nella ex Stalingrado fummo ospitati dalla comunità Giovanni XXIII e grazie al responsabile Marco Giovannetti e agli ospiti della casa famiglia di Volgograd potemmo esplorare la città proprio in occasione del 2 febbraio, anniversario della vittoria sovietica nella decisiva battaglia di Stalingrado. Vivere con Marco ci ha permesso anche di capire l’importanza del loro grande lavoro quotidiano a sostegno di persone che nella transizione tra sistema politico precedente ed economia di mercato hanno perso tutto.

Da Volgograd ripartimmo verso nord per visitare la valle del Don dove erano posizionati i soldati italiani durante la Seconda guerra mondiale. Il fiume congelato all’epoca reggeva il peso di un carro armato, oggi del nostro fuoristrada. Villaggi fatti di “izbe” che se non fosse per la presenza di qualche auto sembrerebbero uguali a quelli dove trovarono scampo i nostri connazionali più fortunati nella disastrosa ritirata del 1943. Il nostro viaggio di ritorno seguì proprio la rotta di quella ritirata. Come quella volta il maltempo fu padrone della situazione. Nulla di paragonabile con la marcia per la sopravvivenza degli Alpini: per noi solo difficoltà a capire dove passava la nostra strada, essendo tutto il paesaggio ricoperto da un manto bianco. La visita a Doneck fu l’occasione per conoscere una città che qualche anno dopo si sarebbe trovata ad essere epicentro di una guerra civile. Nell’ultima settimana di viaggio le temperature si alzarono trasformando le distese di ghiaccio e neve moldave in fango soprattutto nelle strade prive di asfalto. Ci concedemmo un nuovo passaggio da Timisoara e una giornata di vacanza a Belgrado prima di fare ritorno in Italia.

Dopo il viaggio seguì un’ulteriore fase fortunata della storia della Associazione Torino-Pechino con la programmazione di ulteriori viaggi invernali svolti negli anni successivi, che ci misero nuovamente alla prova nella guida su ghiaccio e neve. Sempre il viaggio del 2011 diede vita a sempre più stretti rapporti con la Russia portando i due protagonisti a trascorrerci parte della propria vita, imparare le lingua, approfondire la cultura e tutti gli aspetti che solo prolungati soggiorni possono fare apprezzare.

Infine, come già ricordato, dalla Roma-Volgograd nacque anche l’esperienza editoriale di “Via Stalingrado”, un diario di viaggio che oltre a snocciolare informazioni su quella avventura, dati chilometrici e sui consumi del nostro veicolo, tenta anche di raccontare aneddoti storici su una parte di mondo sul quale da sempre è carente l’informazione da parte dei media occidentali. A distanza di dieci anni un pensiero va a chi rese possibile quel viaggio e alle persone che non ci sono più, alcune delle quali furono co-protagoniste del nostro viaggio, e a quelle che hanno dovuto lasciare le proprie case a seguito del conflitto in Ucraina orientale.

Il nostro libro “Eurasia” tocca quota mille!

A due anni dalla pubblicazione il libro che racconta le avventure a gas naturale della Torino-Pechino 2018, di nuovo disponibile in libreria e sulle più importanti piattaforme online, taglia un prestigioso traguardo.

Il 2020 della nostra associazione aveva in calendario un nuovo importante viaggio che nei programmi avrebbe dovuto trasformarsi in un nuovo libro. Il Covid-19 ha bloccato il mondo e di conseguenza anche la possibilità di vivere in sicurezza la nuova avventura che cercheremo di recuperare nel 2021. Nel frattempo non si è mai fermata la distribuzione di Eurasia – Dall’Atlantico al Pacifico con il gas naturale, che grazie anche ad un nuovo accordo per gestire in modo più efficiente la commercializzazione torna disponibile in tutto il territorio nazionale.

Certamente l’aver toccato quota mille deve riempirci di soddisfazione dato che sono numeri importanti nel settore dell’editoria. A questo traguardo hanno naturalmente contribuito gli acquisti fatti dagli sponsor che sostennero la Torino-Pechino del 2018, senza i quali non avremmo potuto avere la certezza di poter rientrare nelle spese necessarie per la pubblicazione.

Eurasia nacque come supporto al messaggio ecologico che la Torino-Pechino voleva trasmettere. Minor spesa, abbattimento delle emissioni ed affidabilità, tutto quello che che il nostro veicolo euro 4 doveva dimostrare una volta salvato dalla rottamazione e trasformato in un dual fuel diesel-metano. Per essere più esatti biometano nella parte europea del viaggio e metano in quella asiatica.

Due anni dopo la prima pubblicazione Eurasia sta vivendo una seconda giovinezza. Per molti è diventato un manuale di riferimento per esplorare luoghi complicati. Grazie ad un tam tam social molti lettori del libro hanno raccontato di avere usato Eurasia come fonte di informazioni per allestire esplorazioni in auto nel mondo euroasiatico o semplicemente come spunto per idee di viaggi, in particolar modo in Corea del Nord, Asia centrale e Mongolia. Sapere che il nostro libro ha contribuito alla realizzazione o alla pianificazione di altri viaggi ci riempie di orgoglio.

Negli oltre 40.000 chilometri percorsi dall’Atlantico al Pacifico i protagonisti di Eurasia si sono trovati in mezzo due continenti, 26 nazioni, 44 confini e soprattutto è avvenuta la nascita della figlia del capospedizione!

La pagina Facebook del libro Eurasia e quella dell’associazione culturale Torino-Pechino sono state arricchite di ulteriori foto e video relativi allo storico viaggio e per coloro che hanno delle curiosità o bisogno di consigli per raggiungere la parte di pianeta raccontata nel libro ci sarà una risposta a qualsiasi domanda. Ulteriori informazioni, a volte anche più specifiche di quelle contenute nel libro, sono disponibili su questo sito nella sezione dedicata al diario di viaggio 2018.

Eurasia nella quarta di copertina

Eurasia è il racconto di un viaggio dall’Atlantico al Pacifico a bordo di una Toyota Hilux, attraverso l’Europa, la Russia, il Kazakistan, l’Uzbekistan, il Kirghizistan, il Tagikistan, la Mongolia, fino alla lontana Cina e alla Corea del nord, fra paesaggi d’incanto e un’umanità pittoresca e amabile. È il resoconto di un viaggio a basso impatto ambientale, per documentare come l’utilizzo di un innovativo sistema di abbattimento delle emissioni nocive permetta a un veicolo non più giovanissimo di continuare a viaggiare inquinando poco e con un risparmio economico che solo il metano – sia quello classico delle stazioni di rifornimento, sia quello a chilometro zero ottenuto dalla trasformazione di letame e scarti alimentari – può offrire. Eurasia, soprattutto, è un’idea di continente e di mondo senza le divisioni create dall’uomo nel corso dei secoli. Così come la parola Eurasia è la fusione di Europa e Asia, allo stesso modo culture, storie, lingue, tradizioni e religioni di tutte queste terre possono unirsi simbolicamente e condividere i valori universali come pace, amicizia, tolleranza e rispetto per l’ambiente che ci circonda.

Infine, Eurasia è anche la storia di un altro viaggio, quello della piccola Alisa, figlia dell’autore, Guido Guerrini, che nasce proprio alla conclusione della lunga traversata.

Si conclude a Sansepolcro l’avventura ecologica di Piccini e Guerrini all’International Gas Forum di San Pietroburgo

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La Seat Leon dell’azienda biturgense, alimentata con il solo metano, ha percorso quasi diecimila chilometri

L’impegnativa scommessa era quella di riuscire a raggiungere la Russia usando solamente gas naturale, e l’obiettivo è stato pienamente raggiunto. L’apertura di alcune nuove stazioni di rifornimento e l’autonomia di oltre 450 chilometri della nuova Seat Leon di Piccini Paolo Spa hanno facilitato l’impresa, che ha visto il pilota Guido Guerrini percorrere poco meno di diecimila chilometri in nove nazioni europee usando il solo metano.

A dimostrazione della ormai buona diffusione dei punti di rifornimento nell’intera Europa, Guerrini ha scelto di raggiungere anche la sua famiglia nella lontana città di Kazan‘, capoluogo della Repubblica del Tatarstan ai confini tra il vecchio continente e l’Asia.

L’avventura ecologica ha avuto come momento principale la visita al nono International Gas Forum di San Pietroburgo, dove la Piccini Paolo Spa si è unita alle altre aziende italiane presenti in quello che probabilmente è l’evento dedicato al metano più importante al mondo. Guerrini ha partecipato a due dei convegni che NGV Italia e Gazprom hanno organizzato durante il Gas Forum.

“In ogni nazione attraversata è stato fatto almeno un rifornimento di metano ed è stata una buona occasione per prendere atto di come il gas naturale, prodotto da fonte fossile oppure proveniente dalla lavorazione dei rifiuti, sia ormai presente e disponibile ovunque, permettendo di poter effettuare lunghi ed impegnativi viaggi”, racconta Marco Piccini in occasione del rientro a Sansepolcro di Guido Guerrini e dell’auto preparata dall’azienda valtiberina.

Appena qualche giorno di riposo e la Seat Leon, stavolta alimentata con il solo biometano e con a bordo l’equipaggio composto da Cesare Marino e Francesca Olivoni, parteciperà al Sesa Green Endurance ad Este, in programma nella cittadina alle porte di Padova sabato e domenica prossima.

Dall’Italia alla Russia con un’auto a metano

Nuova avventura di Piccini e Guerrini che porteranno il veicolo all’International Gas Forum di San Pietroburgo

La Piccini Paolo Spa e il pilota toscano Guido Guerrini non sono nuovi a grandi imprese automobilistiche, e in passato hanno già raggiunto la Russia, e addirittura la Cina, con veicoli a gpl o con l’innovativo sistema che miscela diesel e metano. Questa volta il tentativo avverrà con l’ausilio del solo metano e vedrà come destinazione finale, dopo quasi diecimila chilometri in giro per l’Europa, la nona edizione dell’International Gas Forum di San Pietroburgo, probabilmente il più importante evento legato al mondo del gas naturale, organizzato da Gazprom.
“Siamo ben lieti di aiutare Guerrini in questa piccola impresa e di dimostrare come il metano sia diventato anno dopo anno un carburante in grado di permettere viaggi ecologici ed economici anche lungo distanze importanti come quelle che separano la nostra Toscana dalla Russia”, racconta Marco Piccini in occasione della partenza della Seat Leon allestita dall’azienda valtiberina, durante il primo rifornimento nella nuova stazione di servizio di Via Senese-Aretina.
Il programma di viaggio prevede una prima una sosta in Slovenia dove Guerrini sarà impegnato nella decima prova del mondiale FIA dedicato alle auto ecologiche assieme al co-pilota Emanuele Calchetti. Terminato l’ecorally sloveno comincerà la lunga traversata dell’Europa lungo le strade della già citata repubblica ex jugoslava e poi di Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e naturalmente Russia.
In ognuna delle nazioni attraversate avverrà almeno un rifornimento di metano e verrà fatto il punto della situazione relativamente alla diffusione e alle nuove aperture delle stazioni di rifornimento di gas naturale in ogni singolo Paese. “L’espansione del metano in Europa avvenuta negli ultimi anni ha permesso di poter finalmente coprire con la massima tranquillità lunghe distanze in ogni direzione”, spiega Guido Guerrini, che ricorda che già in occasione della Torino-Pechino del 2018 si era reso conto del fatto che con un’autonomia di circa 400 chilometri è possibile raggiungere Mosca, San Pietroburgo e le principali città della Russia europea partendo da qualsiasi angolo del vecchio continente.
Anche se questo viaggio non è paragonabile come numero di chilometri e tempo impiegato a quelli già vissuti in passato, la vera scommessa sarà quella di usare il solo metano, cosa mai fatta prima nelle avventure precedenti. Guerrini si spingerà ben oltre le due importanti città russe, poiché è intenzionato a raggiungere anche Kazan, capitale della Repubblica di Tatarstan, dove vive la sua famiglia. Solo a questo punto il viaggio effettuerà il proprio “giro di boa” e pilota ed auto si trasferiranno nei primi giorni di ottobre a San Pietroburgo per seguire i lavori dell’International Gas Forum e fare ritorno in Italia dopo quasi 10.000 chilometri percorsi solamente con il metano.

Giorno 133 – Nel cuore di Torino

26 ottobre 2018, Serralunga di Crea-Torino (106 km. – tot. 35.551)

L’ultimo giorno di viaggio della Torino-Pechino 2018 comincia di notte, nonostante siano le 7.30 del mattino. Il fenomeno dell’ora legale di cui abbiamo già parlato nel diario di ieri, nella parte più occidentale d’Italia è maggiormente amplificato. Chissà cosa può comportare in Spagna, con la luce solare che probabilmente inizia ad arrivare alle 9 del mattino.
Il primo impegno della giornata conclusiva è la visita al ramo tecnico dell’Istituto secondario superiore Ascanio Sobrero di Casale Monferrato. Qui, grazie alla collaborazione con alcuni docenti della scuola, incontriamo due classi quinte per raccontare e confrontarci su alcuni aspetti tecnici del nostro viaggio. Per mantenere l’attenzione alterniamo sia racconti leggeri legati alle dinamiche della lunga avventura sia la spiegazione di come funziona e quali sono i vantaggi pratici di un sistema dual fuel. Nella parte finale dell’incontro, quando diamo una sguardo al veicolo che ha fatto l’intero viaggio, parcheggiato nel piazzale, vengono fuori anche domande molto pertinenti relativamente al diesel-metano. Dopo un rapido passaggio dalla sede di Ecomotive Solutions a Serralunga di Crea, la Toyota Hilux che ha percorso la Torino-Pechino si accinge a percorrere l’ultimo centinaio di chilometri che lo porteranno a concludere ufficialmente la lunga avventura. Le valli del Monferrato scorrono lente sotto le ruote del potente mezzo e la bassa velocità di quest’ultimo viaggio è forse anche conseguenza della voglia di non far finire questa esperienza dopo “soli” quattro mesi. L’ultimo pasto del viaggio avviene in modo frugale in un bar del centro di Torino. Alle 14.00 in punto si aprono i cancelli del Palazzo di Città, il municipio della città sabauda. I vigili di guardia ci fanno il saluto, quasi un onore delle armi per gli ultimi trenta metri di viaggio. Ad attenderci c’è Fabio Versaci, Presidente del Consiglio Comunale e uno dei principali promotori, per il lato istituzionale, della Torino-Pechino 2018. Anche noi siamo ben rappresentati visto che al fianco del capo-spedizione Guido Guerrini c’è Sara Deregibus della Direzione Aziendale di Ecomotive Solutions e del Gruppo Holdim di cui fa parte. Presenti anche l’ufficio comunicazione della Presidenza del Consiglio e Alessandro e Sara dell’ufficio marketing di Ecomotive. Abbiamo l’onore di essere ricevuti nella “Sala Rossa”, il cuore istituzione della città, dove si riunisce il Consiglio Comunale di Torino. Qui avviene la consegna della targa di ringraziamento che abbiamo realizzato per il Presidente Versaci e per la Sindaca Chiara Appendino. “16 giugno-26 ottobre 2018, dopo 133 giorni, 41.191 chilometri, 26 nazioni e 44 confini, il Natural Gas Tour è tornato a Torino e ringrazia il Presidente del Consiglio Comunale Fabio Versaci per il sostegno alla nostra iniziativa” è quello che si può leggere nella targa ricordo. Il viaggio si chiude con un caffè offerto dal Presidente e con l’augurio di ripetere l’esperienza tra altri dieci anni o forse prima. Mentre ci congediamo nel piazzale di fronte al municipio, un tram rallenta e si ferma per rendere omaggio alla Torino-Pechino. Alla guida la signora Cristina che era presente alla partenza da Piazza San Carlo la mattina del 16 giugno.
Il conto dei chilometri e dei consumi del viaggio si ferma qui, a quota 41.191 tenendo conto del prologo e solamente 35.551 senza l’appendice nella penisola iberica. Il nostro diario di viaggio e le nostre pagine social continueranno ad evidenziare tutte le iniziative che nasceranno attorno a questo progetto. Ci piace chiudere questa esperienza ripetendo la parola “Aregolavanti!” nata nel corso del viaggio di dieci anni prima. Questo concetto di procedere ostinatamente in una direzione è ciò che ha permesso il ripetersi di questa esperienza a dieci anni di distanza.
Un grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato, familiari, sponsor e gente comune incontrata in ogni angolo dell’Eurasia.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale, Simone Deregibus, Sara Deregibus, Sara Marello , Alessandro Spinoglio

Giorno 132 – Torna a casa Hilux

25 ottobre 2018, Sansepolcro-Serralunga di Crea (597 km – Tot.35.445)

Gli effetti dell’ora legale si percepiscono bene negli ultimi giorni di ottobre, quando il sole alle 7 del mattino non è ancora sorto. Questa volta la Toyota Hilux alimentata a diesel-metano protagonista della Torino-Pechino si muove molto prima dell’alba per raggiungere il nord Italia per alcuni impegni che precederanno la fine ufficiale del raid in quel di Torino, prevista per venerdì 26 ottobre. Al terzo passaggio decidiamo di affrontare la E45 fino a Cesena e le precauzione prese dopo la partenza di giugno, quando evitammo questa strada, si rivelano giuste. Il quantitativo di cantieri aperti e di viadotti percorribili solo in una corsia è davvero elevato. Non sappiamo se la disgrazia di Genova influisca in tutto questo oppure no, ma di fatto la strada di grande comunicazione è un colabrodo e notevolmente peggiore del consueto. Dopo una cavalcata di oltre quattrocento chilometri siamo a Paderno d’Adda, presso la sede di Ecomotori.net, uno dei principali partner del nostro viaggio. Qui pranziamo con Nicola, Monica e Irene e ci scambiamo racconti relativi al viaggio e alla stagione ecomotoristica 2018 dove Nicola ha vinto il Campionato Italiano dedicato alle auto elettriche. I programmi futuri dell’Ecomotori Racing Team sembrano comprendere anche un ritorno in scena del metano proveniente da fonti rinnovabili, mentre gli altri segreti di questa operazione non li possiamo ancora svelare! Nel primo pomeriggio incontriamo presso la splendida cornice dell’Autodromo di Monza il giornalista e blogger Luca Carriera, redattore della rivista italiana in lingua russa “Ozero Komo”. Nata ormai cinque anni fa, la rivista che porta il nome del Lago di Como è un utile strumento per i lettori di lingua russa presenti in molte aree della Lombardia. Allo stesso tempo questa rivista raggiunge anche alcuni prestigiosi luoghi nelle principali città russe e permette di far conoscere l’Italia al pubblico estero. Luca coglie l’occasione per fare foto ed un’intervista sul nostro viaggio che potrebbe uscire in uno dei prossimi numeri di “Ozero Komo”. Dopo i ringraziamenti e i saluti di rito, eccoci riprendere il cammino per l’ultima meta di giornata, la sede di Ecomotive Solutions a Serralunga di Crea. La cittadina piemontese è anche la casa della nostra Hilux e non senza un pizzico di dispiacere affrontiamo il rettilineo della zona industriale che con ben altro spirito percorremmo oltre quattro mesi fa. Affrontiamo un primo giro di colloqui utili a definire l’impegnativo programma di domani per poi passare una serata tranquilla attorno ad una pizza, anzi una “pinsa”, davvero buona (Pizzeria Marcus, la citazione è ampiamente meritata), nel piccolo paese di Ozano Monferrato. A tavola con Bruno e Guido ci sono Sara, Teresita, Roberto e Alessandro, alcuni delle donne e degli uomini di Ecomotive Solutions che hanno fattivamente collaborato alla riuscita del progetto Torino-Pechino. Cenano con noi anche Walter e Sergio di autogas, azienda che si occupa della trasfomazione delle auto a benzina in gpl, metano, ma anche in versione dual fuel come la nostra Hilux. Inutile sottolineare che le dinamiche della Torino-Pechino sono state forte argomento di discussione a tavola, con alcuni racconti che vanno oltre quello che si è potuto leggere sui diari di bordo. Come ogni volta che passiamo dal Monferrato, in giorni infrasettimanali, si va a dormire presto e quindi torniamo al “Lanterna Blu”, stesso posto dove passammo la notte precedente alla partenza di Torino 132 giorni fa…

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale