Riflessioni di metà stagione

Prusak e Guerrini sul podio delle Azzorre (foto Azores Eco Rallye)

Come previsto la corsa per il mondiale delle elettriche sarà a due. Il team ceco e quello italiano sono gli unici ad essere andati a punti in tutte le gare, ad essere saliti sul podio cinque volte su sei e ad essersi aggiudicati cinque delle sei gare disputate, con i boemi avanti 3-2 rispetto a Guerrini e Prusak. Svezia, Comunità Valenciana, Slovenia, Repubblica Ceca, Portogallo e Azzorre sono le gare svolte, Belgio, Islanda, Svizzera le prossime prima dell’estate, La Coruna, Montecarlo e Dolomiti quelle alla ripresa autunnale. Per Žďárský e Nábělek, che conducono con 7,5 punti di vantaggio, la gara di casa si è già svolta mentre per il team italiano si deve ancora svolgere e sarà quella che chiuderà il campionato. Le sei gare restanti assegneranno un potenziale di altri 97,5 punti che lasciano la corsa per la vittoria ancora aperta. Quasi un secondo campionato è in atto per il terzo posto iridato, che al momento è ad appannaggio di una coppia portoghese ma che vede bulgari, sloveni e forse anche spagnoli in gara per il bronzo.

La classifica costruttori è, come da anni, cosa a due tra Hyundai e Kia, con la prima attualmente avanti di appena un punto e mezzo e con le altre case automobilistiche molto lontane.

Attraverso questa analisi di metà stagione cerchiamo di capire cosa è cambiato nel nostro campionato e in quelli esteri e tutto ciò che riguarda il rilancio di questa disciplina sportiva in Italia.

Aspetto sportivo

Le difficoltà per affrontare un campionato lungo dodici gare e che occupa oltre dodici settimane tra gare, viaggi, preparazione e ricerca sponsor ormai costringe a pensare a squadre non solo composte da pilota e copilota ma anche da altre figure che in presenza o da remoto collaborano alla riuscita del progetto. Su questo ci consideriamo fortunati ad avere un team ampio dove molti amici dedicano il loro tempo ad analizzare i risultati sia durante che dopo ogni gara.

Il dominio ceco-italiano in questa annata sportiva è merito anche dei propri team che sono stati in grado di allestire auto competitive e budget necessari a coprire le gare finora disputate. I buoni risultati finora raggiunti permettono alle due coppie di essere protagonisti anche nei campionati nazionali spagnolo, portoghese e ceco, pure laddove non mancano ulteriori competitori locali. L’unica gara non vinta da Žďárský o Guerrini è quella slovena, dove per un’insolita interpretazione regolamentare i due equipaggi sono scivolati rispettivamente al quarto e terzo posto. Al momento il numero di prove speciali vinte e di errori di percorso è pressoché pari tra le due squadre. Generalmente i cechi restano leggermente superiori nella regolarità mentre sui consumi i due team spesso raggiungono risultati simili. Nelle nuove gare o in situazioni insolite l’esperienza di Guerrini e Prusak assicura un migliore risultato. Ad oggi nelle sei gare disputate la situazione è stata la seguente:

Žďárský-NábělekGuerrini-Prusak
Sveziasecondi (12)primi (15)
Comunità Valencianaprimi (15)terzi (10)
Sloveniaquarti (8)terzi (10)
Rep.Cecaprimi (15)terzi (10)
Portogalloprimi (15)quarti (8)
Azzorre*secondi (18)primi (22,5)
*La gara delle Azzorre e quella in Islanda assegnano il 50% dei punti in più.

La differenza di 7 dei 7,5 punti che separa i due team in classifica è di fatto la conseguenza della gara portoghese dove paghiamo un errore di percorso frutto di una nostra distrazione.

Tra gli altri team da adesso in poi cominceranno abbandoni al campionato da parte di coloro che non ritengono possibile raggiungere la vittoria, Tra questi possiamo già segnalare i francesi Malga-Bonnel. Altri continueranno per lottare per il terzo posto e alcuni per fare esperienza. La maggior sorpresa tra gli equipaggi inseguitori è quello rumeno Mester-Socariciu, che ha dimostrato grande capacità nella regolarità seppure ancora pagando qualche errore di navigazione o di programmazione degli strumenti. In prospettiva hanno tutte le carte in regola per poter fare bene in questa disciplina sportiva. Il team bulgaro che ruota attorno a Dedikov è una conferma e meriterebbe un sostegno maggiore per poter disputare un intero campionato. I fortissimi portoghesi e spagnoli hanno troppo interesse e visibilità nei loro rispettivi campionati nazionali e non hanno convenienza a dedicarsi ad una stagione intera internazionale se non nelle quattro gare iberiche e Monte Carlo. Tra loro fa eccezione il team spagnolo Fernández-Fernández che ha disputato tutte le sei gare FIA e che, essendo alla prima stagione internazionale, è in fase di crescita e rodaggio. Špacapan-Kobal, vittoriosi in Slovenia e a punti in Spagna, non hanno al momento la continuità nell’intera stagione.

Del resto se consideriamo che nel mondiale rally WRC sono solo sei i piloti che hanno partecipato a tutte e quattro le prime gare stagionali c’è da prendere atto di una problematica che non colpisce solo le categorie minori.

Aspetto economico

Ad esclusione di quella 2019 spalmata su tredici gare e con la possibilità di fare ricognizioni preventive, questa è senza dubbio la stagione sportive più onerosa della storia della Bridgestone FIA Ecorally Cup. Dodici gare con la difficoltà logistica di raggiungere Azzorre e Islanda sono solo in parte compensate dal sostegno economico che Bridgestone, lo sponsor del campionato, garantisce ad alcuni dei principali equipaggi. 

Allo stesso tempo la rinnovata partnership con Autotest Motorsport e l’ingresso nel team di Sportmotors Management di Valentino Giorgi e della scuderia Gass Racing ha permesso di accedere a nuovi partner sportivi ed economici per la seconda parte del campionato. Rimane la grande difficoltà ad affermare questa disciplina sportiva in Italia mentre in molte altre nazioni europee, complici campionati nazionali partecipati, ricchi di visibilità e quindi anche di sponsor, la possibilità di raccogliere sostegno economico è più semplice. Rispetto al passato, almeno in Italia, si percepisce una difficoltà nell’investire sia nelle competizioni motoristiche che nel mondo dell’elettrico. Il “green” sembra aver diminuito la capacità di attrazione che lo caratterizzava nel passato. Come già affermato in passato è per il momento poco presente il ruolo della federazione sportiva nazionale Aci-Sport. Il giudizio viene dato confrontando Aci-Sport con l’impegno mediatico ed economico che le federazioni straniere hanno a sostegno delle gare che ospitano e dei propri concorrenti in corsa per il titolo internazionale. Va registrato che da qualche mese sono in corso confronti con la federazione al fine di cercare di sostenere sia la gara delle Dolomiti in novembre che il team italiano in gara. Qualche passo avanti sembrerebbe essere stato fatto nel cercare di riallineare i regolamenti italiani con quelli internazionali e fare in modo che la competizione in Italia possa preparare equipaggi a poter competere nello scenario internazionale. Scriviamo senza avere ancora letto i nuovi regolamenti e di conseguenza non conoscendo ancora se alle parole spese hanno fatto seguito concrete novità regolamentari. In ogni caso aver aperto un confronto sul tema è un importante passo avanti.

Aspetto comunicativo

L’ultimo elemento critico che al momento contribuisce ad una forte differenza tra la visibilità della nostra disciplina tra Italia ed estero è l’attenzione mediatica nei confronti delle gare nazionali ed internazionali. Spesso l’attenzione mediatica è la diretta conseguenza dell’impegno di forti sponsor. Osservando quello che succede all’estero colpisce l’impegno che le case automobilistiche e le aziende che ruotano attorno alla costruzione delle colonnine di ricarica hanno nei confronti delle gare locali e degli equipaggi impegnati nella scena internazionale. In Italia questo non accade, nonostante promoter e scuderie cerchino questo tipo di approccio con le realtà economiche. I nostri sponsor, a mero titolo di esempio, sono quelli che storicamente ci seguono da molti anni e che sono riusciti a costruire storie attorno alle nostre avventure sportive. Gli uffici marketing delle aziende di rilevanza nazionale con cui ci siamo rapportati non vedono questo tipo di sviluppo nonostante negli ultimi anni il nostro impegno sportivo abbia aumentato la propria visibilità anche in Italia. Su questo fronte un grazie va alle piccole e medie testate giornalistiche o alle pagine di divulgazione di notizie che ci stanno seguendo anche grazie all’appassionante finale di campionato dello scorso anno. Anche in questo campo l’aiuto della federazione nazionale è indispensabile e più che un sostegno economico è necessario un aiuto da parte dell’ufficio stampa di Aci-Sport.

Raggiunto il traguardo della metà delle gare della Bridgestone Fia Ecorally Cup 2024 è necessario ribadire un ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile la nostra partecipazione. Mai come quest’anno il lavoro che stiamo facendo è un lavoro di squadra e il nostro ringraziamento va ad ogni singolo ingranaggio di questo complesso meccanismo che ci permette di giocarci un titolo mondiale.

Proposta di linee generali per un regolamento dedicato ai campionati nazionali Aci-Sport energie alternative

Il contributo dell’Associazione Torino-Pechino e di altri appassionati con la speranza che favorisca un confronto tra i vari soggetti che vogliono contribuire alla crescita di questa attività sportiva. Un ragionamento dal basso e alla luce del sole consapevoli delle difficoltà che singoli licenziati trovano nel proporre idee.

I piloti e copiloti dell’Associazione Torino-Pechino partecipano ai campionati italiani e mondiali ininterrottamente da dodici anni. Hanno avuto modo di vedere tutti i cambiamenti regolamentari e l’impatto avuto anno dopo anno a livello di partecipazione e competitività dei campionati. Ci sentiamo quindi in dovere di contribuire con le nostre idee ad un dibattito che ci auguriamo si possa aprire presto, nel quale tutti gli attori di questa disciplina sportiva possano interagire per valutare assieme quali strade intraprendere con un unico obiettivo: la crescita del nostro sport.

Iniziamo il nostro intervento facendo le congratulazioni al nuovo commissario Riccardo Radaelli che porta la composizione della commissione a nove membri.

Spirito del nostro contributo

Da amanti di questa disciplina sportiva, alcuni da oltre un decennio e altri appena arrivati, ci siamo sentiti in dovere di suggerire delle linee guida per i regolamenti che caratterizzeranno il mondo delle energie alternative nei prossimi anni. Lo facciamo mettendo il nostro nome e cognome e soprattutto alla luce del sole. Aprire un confronto pubblico sul tema aiuterà sicuramente coloro che sono chiamati a scrivere le regole. Nessuno di noi ha la presunzione di esprimere delle verità ma, molto umilmente, delle opinioni.

Uno sguardo al passato

Nel corso dell’ultimo decennio si sono succeduti molti regolamenti diversi. Ad esclusione dell’annata 2020, tra l’altro ostacolata dalla pandemia di Covid-19, la partecipazione al campionato ha sempre visto numeri bassi, con molti equipaggi che hanno partecipato ad una sola gara. Questo è sicuramente figlio di problemi di comunicazione, di scarso interesse per il format e probabilmente anche di qualche inutile complicazione di troppo.

Parole d’ordine: semplificazione e aumento della partecipazione

Tutto ciò che può semplificare il campionato dal punto di vista degli organizzatori delle singole gare, da quello dei partecipanti e naturalmente da quello dei costi deve essere preso in considerazione. La stagione 2020 ha visto una discreta partecipazione ai due eventi svolti. Sicuramente ha contribuito il fatto che il campionato fosse breve, economico e localizzato in un territorio limitato. Probabilmente anche alcune semplificazioni regolamentari (eliminazione dei consumi e riduzione della lunghezza delle gare) sono state determinanti per riuscire ad organizzare gli eventi. Il tutto deve essere inquadrato nella fase storica caratterizzata dalla pandemia di Covid-19 che, come dimostrato da alcune eccellenti assenze, ha probabilmente ridotto il numero degli aspiranti competitori. Bene anche l’esistenza di un trofeo “minore” che permetta ai nuovi equipaggi di crescere agonisticamente. Resta il problema che anno dopo anno si è verificato un turnover elevato di partecipanti ed eventi. Basta osservare che negli ultimi tre anni nessuna gara è andata oltre la prima edizione. Allo stesso tempo si sono persi molti campioni del passato, sia per disinteresse verso le nuove formule del campionato, sia per conflittualità con promoter, organizzatori o altri concorrenti.

Possibili soluzioni

– La più semplice e banale potrebbe essere la conferma della formula della gara breve e senza prevedere il calcolo dei consumi.

– Ridurre o eliminare il montepremi (7.000 euro nel 2020) per contribuire ad abbattere i costi della partecipazione agli eventi investendo questa cifra per tagliare le spese.

– Non obbligare organizzatori ad un solo sistema di cronometraggio

– Non obbligare i concorrenti ad un solo sistema di rilevamento delle distanza. Sì a tutti i sistemi, con al massimo prescrizioni di sicurezza.

– Tentare di coinvolgere i campioni del passato con l’obiettivo di aumentare la competitività

Consumi

L’argomento spinoso della presenza dei consumi come elemento per stilare le classifiche assolute vede spesso concorrenti e organizzatori divisi per i problemi sorti in passato. I principali problemi riscontrati sono stati:

– alterazione dei consumi attraverso trucchi irregolari, come palloncini d’aria nei serbatoi o inserimento di carburanti liquidi attraverso secondi punti di ingresso al serbatoio;

– rifornimento di carburanti gassosi usando sistemi di raffreddamento delle bombole o orari differenziati tra ore calde e ore fredde per il pieno prima della gara;

– difficoltà ad individuare un criterio obiettivo che non favorisca o discrimini per forza un carburante rispetto all’altro. Ad esempio nella stagione 2019 il biometano era sempre più vantaggioso (quasi con qualunque stile di guida) rispetto all’elettrico;

– auto che circolano con velocità troppo basse e che pubblicizzano in modo pessimo i carburanti eco, dandone l’immagine di veicoli meno dinamici di quelli tradizionali. Un’alternativa potrebbe essere quella di prevedere campionati separati per auto elettriche, ibride e gassose.

Davanti a questo scenario potrebbe essere logico pensare all’abolizione dei consumi per rendere più semplici partecipazione e organizzazione delle gare, ricordando l’esempio positivo del 2020 quando la regola dei consumi è stata sospesa.

In seconda istanza, se a parere di chi stila i regolamenti i consumi devono essere necessariamente previsti, valutare una riduzione dell’impatto degli stessi sul risultato di gara, per fare in modo che il dato facilmente alterabile del consumo o dello stile di guida non sia determinante al fine della classifica per l’assegnazione di un titolo nazionale.

Introduzione di nuovi sistemi di rilevamento di stile di guida o ipotesi similari

Ben venga qualsiasi innovazione a patto che attraversi una fase di sperimentazione in gara. Eventuali nuovi sistemi di rilevamento di stile di guida o consumi devono essere prima sperimentati, anche con speciali premi dedicati, e non immediatamente utilizzati per stilare classifiche del campionato nazionale. È facile comprendere che coloro che li hanno testati in precedenza possano avere degli enormi vantaggi rispetto ad altri concorrenti.

Road book e calibrazione

Anche in questo caso servono regole certe e semplici: un tratto di calibrazione possibilmente lineare di almeno cinque chilometri; road book completi di ogni informazione che siano messi a disposizione con un certo anticipo (una settimana?) oppure poco prima (1-2 ore?) per tutti i concorrenti; rendere pubblico lo strumento di misurazione con cui l’organizzatore ha effettuato i rilevamenti, il numero di eventuali sonde, la posizione delle sonde, il giorno in cui è stato effettuato il rilevamento del road book.

Regolamenti ponderati che durino nel tempo

Un altro aspetto che potrebbe aiutare gli appassionati ad una costante partecipazione è prevedere dei regolamenti destinati a durare nel tempo o ad avere modifiche contenute. Pubblicare i regolamenti con un forte anticipo sulla prima gara in programma eviterebbe il ripetersi dello spiacevole episodio di Pragelato. Regole semplici, chiare con l’obiettivo di restare in vigore almeno due anni, meglio tre. Un campionato snello, con poche gare, non troppo lunghe e senza prescrizioni che rendano impossibile partecipare a specifiche categorie di concorrenti. Apertura a tutte le energie alternative nessuna esclusa e a tutti i sistemi di rilevamento e cronometraggio. Ruoli chiari tra chi promuove, organizza e partecipa, onde evitare presunti o reali conflitti di interesse.