25-26-27-28 settembre 2018, Uralsk e dintorni – Kazan e dintorni (km 702, tot. 29.857)
Giorno 102 – 25 settembre 2018
La giornata successiva alla lieto evento comincia il più tardi possibile a causa delle difficoltà ad abbandonare il letto dell’appartamento 47. I postumi della serata di festa si fanno sentire e con fatica Guido e Bruno raggiungono il ristorante di Sergej dove consumano il pranzo e dove vengono arruolati dall’amico kazako per un trasloco che impegnerà l’equipaggio della Torino-Pechino l’intero pomeriggio. Il lavoro fisico aiuta a superare i problemi di inizio giornata. Nel frattempo da Kazan arrivano notizie confortanti sulla salute della partoriente e della nuova arrivata. Si decide di proseguire l’esilio kazako per continuare a guadagnare giorni di visto russo da spendere nei primi giorni di ottobre. La stanchezza consiglia di cenare prima che tramonti il sole per permettere di andare a letto non molto tempo dopo e cercare di recuperare le energie.
Giorno 103 – 26 settembre 2018
Ritornate le forze, continua anche il lavoro a fianco di colui che sta ospitando a pranzo e cena nel proprio ristorante l’equipaggio italiano. Tra un infisso e una lastra di vetro portata da una parte all’altra della città, c’è la comunicazione che il soggiorno di Olga e della bambina in ospedale terminerà venerdì, probabilmente immediatamente dopo l’ora di pranzo. A questo punto i giorni recuperati sul visto sono quattro se il confine verrà passato prima della mezzanotte o addirittura cinque se il transito avverrà dopo. Da bravi incoscienti prediligiamo la seconda opzione. Nell’ultima parte del pomeriggio torniamo alcuni minuti in Asia facendo il giro dei due ponti sull’Ural, approfittando della bella giornata per scattare qualche foto. Interessante serata con un vecchio compagno di scuola di Sergej emigrato in Israele negli anni ’90. L’occasione è utile per parlare di politica internazionale e della fine dell’Unione Sovietica, verso la quale rimane una grande nostalgia da parte di molti commensali di entrambe le etnie principali in Kazakistan. La conversazione si addentra nei dettagli della vita nel grande paese a cavallo tra Europa e Asia. Chiedo con garbo le opinioni dei presenti sul presidente kazako Nursultan Nazarbajev, che ha il primato di essere stato l’ultimo Segretario del Partito Comunista Kazako ai tempi dell’Urss e il primo ed unico Presidente del Kazakistan indipendente e quindi in sella da oltre trenta anni. Mi viene risposto che è molto meglio non avere una democrazia compiuta che rischiare un guerra civile come in Ucraina.
Giorno 104 – 27 settembre 2018
Ormai deciso che in tarda serata la Torino-Pechino tornerà in Russia, la giornata diventa utile per riposare e poi preparare nel modo migliore il nuovo trasferimento a Kazan. Non mancano anche oggi i momenti dedicati al trasporto di vetrate assieme a Sergej. Il resto del pomeriggio serve per lavare l’auto in vista di un importante ospite che salirà a bordo nella giornata di domani, per fare compere a prezzi convenienti al mercato agricolo di Uralsk e rifornirsi di gasolio kazako, uno dei più economici al mondo. Dopo l’ultima cena con gli amici del ristorante ASS e con la promessa di un ritorno nella città divisa tra i due continenti appena la figlia avrà la possibilità di viaggiare in auto, la Toyota Hilux si incammina a velocità moderata verso il confine con la Russia, che si trova a meno di sessanta chilometri da Uralsk. L’uscita dopo le ore 24 ci permette di chiudere l’esperienza kazaka con un guadagno netto di cinque giorni sul visto russo. Il vecchio programma prevedeva di lasciare Kazan il 26 settembre, la Russia il 28 e dopo aver vagato per le repubbliche baltiche rientrare a San Pietroburgo per l’evento Gazprom dedicato al metano il solo giorno del 3 ottobre. Adesso invece possiamo goderci la nuova arrivata alcuni giorni, lasciare Kazan il primo ottobre e raggiungere direttamente San Pietroburgo, dopo una sosta a Mosca al Consolato italiano, senza ulteriori strani passaggi di confine. Sempre nella giornata di oggi arriva la conferma che avremo l’onore di essere presenti e relatori all’evento dedicato al metano che si terrà nella ex Leningrado nella prima settimana di ottobre. Siamo attesi la mattina del giorno 3 per la tavola rotonda dedicata alla sicurezza nel mondo del gas naturale.
Giorno 105 – 28 settembre 2018
Alla mezzanotte dell’ora di Uralsk entriamo nella stazione doganale kazaka. Le pratiche di questa dogana interna all’Unione Euroasiatica durano appena quindici minuti. Per pura curiosità e cautela chiediamo a tre doganieri diversi che ora sia poco oltre il ponticello che divide il Kazakistan dalla Russia. Tutte e tre le volte il personale della stazioni di confine ci fa presente che i russi sono indietro di un’ora. Queste affermazioni minano le nostre certezze visto che eravamo sicuri che nell’oblast’ di Orenburg ci fosse lo stesso fuso orario del Kazakistan occidentale. Nel dubbio, per non perdere un giorno di visto, decidiamo di trascorrere circa quarantacinque minuti nella “terra di nessuno” per poi presentarci alla dogana russa dove apprendiamo che i kazaki si sbagliavano. Nella regione di Orenburg vige la stessa ora di Uralsk e noi abbiamo buttato via un’ora inutilmente. Per fortuna i controlli russi non sono particolarmente opprimenti e attraversiamo il confine con oltre cento chili tra patate, cipolle, cocomeri comprati nel mercato della città kazaka da commercianti indicati dall’entusiasmo di Sergej. Nella lunga notte di guida attraversiamo due fusi orari e superiamo un centinaio di uzbeki in viaggio con auto stracariche di ogni bene possibile. Arriviamo all’ospedale di Kazan di prima mattina dopo circa undici ore spese tra guida e dogana. Il programma della giornata prevede adempimenti burocratici per la registrazione anagrafica di Alisa. Purtroppo la levataccia notturna e quindi la presenza di Guido non è sufficiente a risolvere un problema legato alla traduzione del passaporto che deve essere rifatta e autenticata in fretta e furia. Questo costringe il capo-spedizione della Torino-Pechino a non andare a dormire come precedentemente sperato e dedicarsi all’ennesimo problema burocratico che potrebbe far tardare il passaporto italiano, ma anche quello russo, alla neonata. L’evento più interessante della giornata è programmato per le tre del pomeriggio: alla clinica “RKB” è prevista la dimissione di Olga e Alisa. In Russia il momento dell’uscita dall’ospedale e di fatto dell’inizio di vita del neonato è considerato molto importante. Non mancano fotografi e cameraman pronti a rivendere ai genitori i frutti del proprio lavoro. Per Guido il momento è ancora più importante visto che dopo diversi giorni di esilio forzato lontano dalla famiglia finalmente vedrà la nuova arrivata Alisa. La direzione dell’ospedale permette alla Toyota Hilux di arrivare fino alla porta del padiglione dove nascono i bambini e, scherzando, chiede visibilità per l’ospedale pubblico nei nostri racconti di viaggio. L’incontro avviene con il consueto cerimoniale fastoso della tradizione russa. Oltre all’emozione e mancanza di parole nell’incontrare il frutto in carne ed ossa dei tanti viaggi in giro per l’Eurasia, per Alisa arriva il momento del primo viaggio in automobile, ma non in un’auto qualsiasi! La più giovane viaggiatrice sul Toyota Hilux della Torino-Pechino è finalmente a bordo e i circa dieci chilometri che la separano dalla casa di Via dei Cosmonauti sono carichi di attenzione. Anche l’arrivo al nuovo domicilio è una festa e la lunga giornata si conclude con un banchetto familiare allietato da buon vino italiano delle Tenute Nardi. La serata di Alisa, invece, finisce con l’emozione del primo bagnetto. Peccato che la giovanissima neoviaggiatrice potrà far parte della squadra solo fino a lunedì mattina, quando la Torino-Pechino riprenderà la via occidentale che la porterà prima a Mosca e poi a San Pietroburgo per prendere parte al Ros-Gaz-Expo 2018, uno dei più grandi eventi al mondo dedicati al metano.
Equipaggio di questi giorni: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale, Sergej Abakumov, Olga Guerrini, Alisa Guerrini