17 luglio 2018, Irkutsk-Ulan Ude (449 km) – Tot. 10.887
Una insolita sveglia con tutti i comfort, compresa l’acqua calda e fredda, cosa che sottolineamo visto che questo problema ci ha fatto penare un po’ negli appartamenti precedenti dislocati nelle varie città dove abbiamo dormito. Salutiamo Irkutsk poco prima che il traffico cittadino cominci ad intasare le principali vie di comunicazione ed una volta attraversato l’Angara ci riprendiamo il cammino verso est. Per un giorno i paesaggi cambiano notevolmente rispetto a quello che la Russia ci ha offerto fino ad oggi. La prima variante è una strada montana che si inerpica sulle alture che separano la città che abbiamo lasciato dalla sponda meridionale del Lago Bajkal, seconda attrazione naturale della giornata. La strada sale e scende con pendenze che toccano il 14%, poche le curve o i tornanti, molti i rettilinei in salita dove diventa complesso superare i lentissimi camion.
All’improvviso, dopo oltre cento chilometri di strada, appare dall’alto la visione del Bajkal. Nonostante il tempo non sia dei migliori a causa della presenza di foschia e leggere piogge, la visione di uno dei laghi più grandi del mondo ci trasmette una forte emozione che assecondiamo facendo numerose fotografie. Il Bajkal è il sesto lago più grande del mondo come superficie, ma vanta alcuni record importanti, come il maggior quantitativo di acqua pari a circa il 20% dell’acqua dolce presente sul nostro pianeta; è inoltre il lago più profondo, arrivando a circa 1650 metri sotto la propria superficie e quindi circa 1200 metri sotto il livello del mare. D’inverno è completamente gelato e percorribile anche in auto, mentre d’estate regala un’acqua di elevatissima limpidezza anche se decisamente fredda per la balneazione. Riusciamo ad avvicinarci alle sponde facendo un poco di fuoristrada, cosa di cui il nostro Hilux non ha affatto paura. Altre foto e finalmente riusciamo a toccare con mano questa meraviglia della natura alternando i consueti saluti ai treni di passaggio.
Arrivati a metà dei circa 200 chilometri di lago che costeggiamo usciamo dall’oblast di Ikutsk per entrare nella Repubblica di Buriazia, ennesimo soggetto federale della immensa Federazione Russa. I Buriati sono un popolo di origine mongolica dedito al buddismo e allo sciaimanesimo. Durante l’espansione russa nella Siberia orientale i Buriati furono integrati nell’Impero Russo, ma gli fu comunque consentita una certa autonomia, rimasta anche in epoca sovietica e più recentemente all’interno della nuova Russia. Per la prima volta dall’inizio del viaggio vediamo più persone di origine asiatica che di origine europea. Gli occhi a mandorla prevalgono fin dal pranzo in una moderna yurta dove facciamo un primo assaggio di cucina buriata.
A metà pomeriggio entriamo e prendiamo alloggio ad Ulan Ude, capitale della Buriazia situata lungo il fiume Selenga, uno dei principali tributari del lago Bajkal. L’albergo dove finiamo è il sovieticissimo Hotel Barguzin, nome di un vento siberiano, un ennesimo affluente del Bajkal, ma anche di un sistema missilistico nucleare installato su treni sempre in movimento e mimetizzati da normali convogli merci. Passeggiando lungo le piacevoli strade della città è facile rendersi conto dei forti legami tra questo popolo e i vicini della Mongolia, visto il grande consolato mongolo presente proprio vicino alla piazza principale. Piazza Sovetov (dei Soviet) è decisamente una delle piazze meno cambiate negli ultimi trenta anni, visto che molto è rimasto come ai tempi dell’Unione Sovietica, ad esclusione delle bandiere che sventolano nei palazzi del potere amministrativo. L’elemento più curioso del luogo è una enorme testa di Lenin ubicata al centro della piazza. Non mancano i turisti che fotografano questa curiosa attrazione che viene da tutti definita “la testa di Lenin più grande del mondo”. Tutto attorno la città pullula di vita, sia nelle panchine vicino alle fontane di nuova costruzione e sia nella piccola “Arbat” pedonale al centro della città. Le strade minori del centro cittadino non godono della stessa pulizia e attenzione rispetto a Piazza Sovetov e alla strada pedonale, tra l’altro non mancano persone con elevato tasso alcolico nel sangue sdraiati sulle panchine.
Cerchiamo di evitare di cenare nei numerosi falsi ristoranti italiani e finiamo col rifocillarci, per la prima volta, nello stesso locale dove mangiammo nel 2008 e che al momento è l’unico sfuggito al turn-over che ha riguardato tutti gli altri. Fino ad ora ogni volta che abbiamo ricercato i luoghi dove abbiamo consumato i pasti del precedente viaggio avevamo trovato locali chiusi, abbandonati, cambi di gestione e addirittura due distrutti da incendi.
Come è cambiato il mondo in dieci anni?
– Per la prima volta siamo riusciti a cenare nello stesso ristorante del viaggio 2008.
– Il tempo sul Bajkal non è cambiato rispetto a dieci anni prima, nonostante due visite estive non siamo riusciti a trovare un’ora di sole.
– In Buriazia il servizio di telefonia mobile è rimasto molto scadente rispetto alle altre zone della Russia. Così era anche nel 2008.
– Completata l’asfaltatura della strada che collega Irkutsk al lago Bajkal.
Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Emanuele Calchetti, Marina Khololei, Bruno il Cinghiale