2 settembre 2018, Kazan (25 km – tot. 28.224)
La giornata a quasi chilometri zero comincia molto più tardi del solito. Sono le dieci quando l’equipaggio della Torino-Pechino decide di esplorare la città che ospitò la nostra auto per una settimana a cavallo tra giugno e luglio. I mondiali di calcio sono terminati e i prezzi sono tornati normali. Molta meno gente in giro per le strade di Kazan, che comunque dimostra la consueta vivacità. Il primo impegno della mattina è tornare a visitare il mercatino delle pulci che si svolge ogni domenica non lontano dal porto fluviale sul Volga. Qui è possibile trovare oggettistica originale di epoca sovietica ma addirittura anche della Russia di prima del 1917. Non mancano gli oggetti di uso quotidiano che vanno dai vecchi telefonini ai piccoli elettrodomestici di casa. La componente femminile dell’equipaggio si dedica all’acquisto di numerosi oggetti da regalare in vista del ritorno in Toscana. Il resto della giornata prosegue con la visita della parte centrale della città subito dopo aver testato una mensa in stile e prezzo sovietico ubicata nella strada pedonale Baumana. Durante la permanenza al Cremlino della città si aggiungono alla squadra Olga, Olesya e Matvey. In successione visitiamo la grande moschea Kul Sharif, la Cattedrale ortodossa dell’Annunciazione, la torre pendente Sjujumbike, il palazzo presidenziale e la bella terrazza panoramica che domina il fiume Kazanka e permette di osservare tutte le innovazioni urbanistiche ed immobiliari che hanno cambiato Kazan in questi ultimi anni. La moschea Kul Sharif è la più grande d’Europa se non vengono considerate quelle di Istanbul. Fu ricostruita all’inizio del XXI secolo nell’esatto luogo dove esisteva una simile moschea distrutta dai russi dopo la conquista di Kazan. La Cattedrale dell’Annunciazione ha una lunga storia e fu costruita immediatamente dopo la capitolazione della capitale tartara. La torre Sjujumbike, che vanta una inclinazione di ben due gradi, è protagonista di una curiosa leggenda: Sjujumbike era l’ultima principessa tartara e si racconta che per evitare il matrimonio con Ivan il Terribile, conquistatore di Kazan, abbia preferito lanciarsi dai cinquantotto metri della torre. Il riconoscimento di “patrimonio della umanità” concesso dall’Unesco è senza ombra di dubbio pienamente meritato per questo luogo ricco di fascino ed interesse. Il poco tempo non ci permette la visita dei numerosi complessi museali presenti all’interno della cittadella fortificata. Lasciando il Cremlino e scendendo nel lungofiume, luogo molto amato dai cittadini del capoluogo tartaro, abbiamo modo di fermarci a degustare i dolci tipici della città accompagnati da un buon tè. L’impegno successivo è la separazione dell’equipaggio visto che Alessandra e Giulia avranno un treno nel tardo pomeriggio che viaggiando di notte le porterà a Mosca dove visiteranno la capitale russa. Da segnalare che il treno che effettua la tratta Mosca-Kazan e Kazan-Mosca è lo stesso che circa due mesi fa portò qui Emanuele e Marina. Siamo quindi alla stazione ferroviaria per la cerimonia di saluto mentre il bellissimo treno a due piani lascia il Tatarstan diretto verso ovest. Guido e Bruno restano per l’ennesima volta soli, ma stavolta con la consapevolezza che non ci saranno nei prossimi giorni imprese chilometriche da effettuare. La serata prosegue nella massima tranquillità e con contatti con tutti i soggetti coinvolti nel viaggio per definire i dettagli della parte conclusiva della Torino-Pechino, che vedrà la Toyota Hilux alimentata a diesel e metano ritornare in Italia dopo aver percorso oltre 30.000 chilometri.
Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale, Alessandra Cenci, Giulia Messina, Olga Fedotova, Olesya Fedotova, Matvey Fedotov