In Jugoslavia con un’auto elettrica

No, non si tratta di un viaggio nel tempo e neppure un tour di nostalgici finalizzato a ricostituire la federazione multietnica a due passi dall’Italia. Abbiamo scelto un viaggio scomodo per metterci alla prova con un’automobile elettrica in una parte d’Europa apparentemente carente dal punto di vista delle infrastrutture di ricarica. Se nei viaggi verso la Scandinavia, il centro Europa o la penisola iberica abbiamo più volte usufruito sia della comodità dei network di ricarica sia del roaming telefonico europeo che facilita notevolmente la possibilità di ricariche, questa volta, soprattutto fuori dall’Unione Europea, abbiamo affrontato nuove e interessanti sfide. Raccontiamo in questo articolo punti di forza e debolezze di questo viaggio e soprattutto come abbiamo risolto una serie di problematiche che di volta in volta si sono susseguite.

Italia: siamo partiti con la Kia E-Niro con la quale partecipiamo alla Bridgestone Fia Ecorally Cup dotata di pneumatici Bridgstone Enliten e con l’abbonamento Ionity, quello Kia e Be Charge. Nessun problema per effettuare le ricariche in territorio italiano né durante il viaggio di andata né di ritorno. Se dobbiamo riscontrare una criticità è quella dei costi generalmente elevati per un pieno di energia al punto che spesso l’utilizzo di auto elettriche non è affatto competitivo con carburanti come Gpl o metano.  La ricarica prima della partenza l’abbiamo effettuata nella stazione di ricarica di Piccini Paolo Spa a Sansepolcro nell’area di servizio in direzione sud della E45. Si tratta di un punto di ricarica che sarà presto aperto al pubblico con una interessante particolarità. Grazie alla collaborazione tra Piccini e Pramac la colonnina ultrafast utilizza il gas naturale (metano e biometano) per produrre energia.  

Slovenia: le stazioni di ricarica sono presenti in tutto il territorio nazionale, sia lungo la rete autostradale che nelle città e cittadine. La Slovenia è comunque una nazione di piccola estensione che si visita senza alcuna difficoltà con un’auto elettrica. Molto diffuse le stazioni di ricarica, spesso gratuite, nei parcheggi degli alberghi. Le colonnine lungo le autostrade sono di tipo veloce e di facile utilizzo grazie al fatto che sono spesso convenzionate con network europei. Quelle degli alberghi, quasi sempre da 7 o 11 kW e quindi lente, sono comodissime sia per ricaricare quando si riposa, sia per abbattere i costi di viaggio. Prezzi solitamente inferiori ai costi di ricarica italiani ma con qualche eccezione in autostrada dove alcune volte si supera l’euro a kW. In sintesi la rete di ricarica è al servizio sia del turista di passaggio che di quello che vuole visitare la piccola repubblica.

Croazia: abbiamo percorso i due assi stradali principali, quello che collega Zagabria e Belgrado e quello che da Spalato risale verso il confine italiano. Con le nostre app abbiamo avuto difficoltà a ricaricare nelle colonnine veloci presenti in gran parte delle aree di servizio. Le poche stazioni Ionity presenti, dove abbiamo ricaricato senza problemi, erano spesso affollate con veicoli in coda per ricaricare. In queste occasioni spesso abbiamo notato che molti utenti si ostinano a ricaricare fino al 100% delle proprie batterie contribuendo a creare occasione di discussione con coloro che stanno aspettando in coda. Per coloro che non conoscono la questione, generalmente le batterie delle automobili elettriche ricaricano molto lentamente tra l’80 e il 100% della propria capacità. In situazioni di affollamento sarebbe saggio limitarsi a ricariche fino all’80%. Spesso il tempo di ricarica dell’ultimo 20% è lo stesso di quello che si impiega da 0 a 80%. In una occasione, presso un centro commerciale di Slavonski Brod, non siamo riuscite a ricaricare né con le nostre app e neppure a registrarci in quella delle colonnine presenti. Abbiamo risolto grazie ad una app islandese rimasta sul nostro telefono in occasione del recente viaggio nell’isola nordica. Anche in Croazia cominciano ad essere presenti molti alberghi che concedono la possibilità di ricarica e molte strutture, come capitato a noi nella cittadina di Sinj, permettono di collegarsi gratuitamente alla normale rete elettrica da 3 kW in mancanza di colonnine. Prezzi complessivamente poco più bassi di quelli italiani ma con colonnine autostradali spesso insufficienti.

Serbia: uscire dall’Unione Europea significa non poter contare sul roaming telefonico e quindi dover appoggiarsi a wi-fi o comprare schede Sim locali per attivare le colonnine di ricarica. Spesso le app più diffuse in Italia, e quasi tutte quelle installate nei nostri telefoni, segnalano pochissimi punti di ricarica nelle città serbe. Abbiamo notato la presenza di colonnine in autostrada ma i nostri tentativi di ricarica li abbiamo effettuati tutti nella capitale Belgrado. Sotto certi aspetti siamo tornati ad alcune abitudini del passato cercando colonnine in supermercati e nei centri commerciali. Con nostro immenso piacere siamo sempre riusciti a ricaricare gratis esattamente come spesso avveniva in Italia in passato. In alcuni casi si paga la economica tariffa oraria dei parcheggi e si ricarica, quasi sempre ad 11kW, senza altre spese. Al momento non ci sono colonnine Ionity in Serbia e non risultano neppure in progettazione. I prezzi delle colonnine a pagamento, che non abbiamo utilizzato, sono nettamente inferiori ai prezzi di quelle italiane. Nonostante la Serbia si consideri la patria di Nikola Tesla (che in realtà è nato nell’attuale Croazia da una famiglia serba) le auto elettriche che abbiamo contato si contano nelle dita di una mano e quasi sempre avevano targa straniera. La più grande repubblica ex jugoslava continua in una rapida espansione del gas naturale come principale alimentazione per le auto green anche grazie al rapporto privilegiato che il mondo serbo conserva con quello russo e quindi con la relativa importazione di materia prima.

Bosnia-Erzegovina: era il Paese che temevamo di più e del quale avevamo il minor numero di informazioni, e con lo stesso problema di roaming telefonico della vicina Serbia. Lo abbiamo attraversato seguendo il percorso Visegrad, Sarajevo, Mostar, Medjugorie per un totale di poco più di 300 chilometri e quindi con la sicurezza che in caso di fallimento avevamo sufficiente energia per raggiungere di nuovo la Croazia. Nella cittadina di Visegrad, appartenente alla regione serba all’interno della Bosnia-Erzegovina, è stato possibile ricaricare in un parcheggio pubblico grazie al locale Porsche destination charger.  Ancora una volta la ricarica è stata gratuita con il solo modesto pagamento del parcheggio. Potenza di 11 kW che si dimezza quando c’è una seconda auto attaccata all’altro punto di ricarica. Nella non lontana capitale Sarajevo abbiamo avuto diverse sorprese sgradite. Ci sono colonnine in molti parcheggi, gratuite, ma costantemente occupate da auto non elettriche. Alla richiesta di chiarimenti i gestori hanno risposto che non si vedono mai auto elettriche e che non possono lasciare il parcheggio vuoto. Ci sono punti di ricarica in città ma con lo spazio di parcheggio costantemente occupato dai veicoli di un’azienda di car sharing elettrico. Alcuni ci hanno consigliato il parcheggio del Centar “Skenderija” dove in effetti abbiamo trovato due colonnine purtroppo divelte. Alcune ore dopo nella città di Mostar abbiamo avuto una esperienza simile a quella di Sarajevo non riuscendo ad effettuare ricariche. Complice il caldo che ha colpito la regione nella settimana di Ferragosto e la possibilità di rigenerare nelle discese delle montagne di Bosnia ed Erzegovina i 64kW della nostra E-Niro hanno superato abbondantemente la soglia dei 500 chilometri con un “pieno” e siamo rientrati senza alcun problema in Croazia per il prosieguo del viaggio.

Repubblica di San Marino: abbiamo aggiunto un’ultima bandiera al nostro viaggio sostando una giornata nella Repubblica di San Marino accolti dal Segretario di Stato al turismo, poste, cooperazione, expo, informazione e attrazione investimenti turistici, Federico Pedini Amati. L’occasione della giornata all’ombra del Monte Titano ci ha permesso di fare il punto anche sulle infrastrutture di ricarica del piccolo Stato. Tutti i parcheggi hanno delle colonnine di ricarica con costi di utilizzo che variano da un importo fisso da pagare al parcheggiatore ad un’altra tariffa pagabile tramite utilizzo dell’applicazione indicata sulla colonnina. Vale la pena ricordare che fino al 31 marzo 2022 tutte le colonnine erano utilizzabili gratuitamente e tuttora oggi in alcuni centri commerciali il servizio di ricarica gratuita è possibile. Complessivamente San Marino è in grado di assicurare la ricarica a chiunque sosti nel proprio territorio sia a scopo turistico che per visite dedicate allo shopping. 

La Torino-Pechino torna nella penisola balcanica

Sinj e Scutari tra le tappe del nuovo viaggio della Fiat Marea tra ecologia e solidarietà.
Un ritorno alle origini della propria storia per l’Associazione Culturale Torino-Pechino-La Macchina della Pace, visto che questa realtà vide la propria nascita e sviluppo, seppur con nome e forme differenti, con i primi viaggi nell’ex Jugoslavia avvenuti alla fine degli anni ’90 e nei primi anni del nuovo secolo. Proprio il rilancio del gemellaggio con la città croata di Sinj e la documentazione dei danni della terribile guerra che infiammò la penisola balcanica diedero il via alla lunga serie di viaggi che l’associazione ancora effettua. E’ un ritorno agli inizi anche per la mitica Fiat Marea che fu testata per la prima volta nel 2007 proprio per le strade degli stati sorti dalle ceneri della Jugoslavia, in una prova di resistenza propedeutica al viaggio dell’anno successivo alle Olimpiadi di Pechino.
Questa volta l’associazione torna sulle orme dei primi viaggi sostando due giorni, assieme a numerosi altri concittadini valtiberini, nella città damata di Sinj in occasione della tradizionale festa dell’Alka, ospiti del console onorario Luka Lisica-Prijateljica, per poi recarsi nella multietnica Sarajevo ormai rinata dopo i terribili giorni dell’assedio nei primi anni ’90. Dalla città che ospitò le Olimpiadi invernali del 1984, l’equipaggio della Torino-Pechino si sposterà a Scutari, nel nord dell’Albania, ospiti della campionessa di Ecorally Desara Muriqi e della sua famiglia, che oramai da una decina di anni risiedono a Sansepolcro. Scutari sarà la base di altre due escursioni, la prima nel paesino di Gjader nella regione della Zadrima, laddove ha sede un centro di formazione professionale gestito dalle Maestre Pie Venerini, sorto anche grazie alla solidarietà degli abitanti di Sansepolcro, che attraverso la Diocesi, sempre negli anni ’90, fecero nascere questo importante progetto. Guerrini stesso partecipò assieme al responsabile dell’Azione Cattolica dell’epoca Massimo Canosci e altri biturgensi ad una missione di solidarietà pochi giorni prima dell’inizio del conflitto in Kosovo. E proprio un’escursione nella regione dallo status internazionale controverso, appunto il Kosovo, sarà l’ultimo impegno di questo viaggio chilometricamente meno faticoso del solito, ma sicuramente interessante e avvincente. In Kosovo, oltre alla visita dei luoghi storici della provincia un tempo sotto il controllo serbo, l’equipaggio della Torino-Pechino visiterà sia le zone a maggioranza albanese che le enclavi dove ancora vive popolazione serba, con l’intenzione di partecipare a progetti di solidarietà volti al miglioramento delle condizioni di vita delle comunità kosovare.
Inutile sottolineare come l’intero viaggio avverrà con l’utilizzo di soli combustibili ecologici grazie alla collaborazione con l’azienda di Sansepolcro Imega, leader nazionale nella costruzione di impianti metano e gpl. Il costo dei viaggi dell’Associazione Culturale Torino-Pechino sono completamente a carico dei partecipanti ed in alcuni casi, per i viaggi più lunghi e complessi, si ricorre all’aiuto di sponsor privati. Mai, fino ad oggi, l’associazione ha utilizzato finanziamenti pubblici.