Dopo un lungo e dibattuto confronto con tutti i protagonisti della nostra esperienza sportiva nella Bridgestone Fia Ecorally Cup abbiamo accettato l’invito ad essere presenti all’E-Rallye du Chablais, nona tappa del campionato che la Federazione Internazionale dell’Automobile dedica alla mobilità alternativa. Dopo un’iniziale scelta di concludere la nostra stagione sportiva, eccezion fatta per Monte Carlo, dopo la gara islandese, ci troviamo ad andare in una direzione diversa. Le motivazioni che avevano portato alla nostra decisione rimangono tutte in piedi. Quelle sportive erano legate al consolidamento del nostro secondo posto in classifica, che certamente non diventerà terzo e probabilmente neppure primo nelle restanti gare. Prendiamo atto degli importanti distacchi da chi ci segue (54 punti) e da chi ci precede (20 punti) con ancora 60 lunghezze in palio. Quelle economiche erano legate ad utilizzare il budget 2024 per il campionato 2025 che sarà lungo e complesso come quello in corso. Infine il motivo più importante, quello che la gara islandese non aveva, secondo noi e secondo tutti i competitori stranieri, quel minimo di requisiti necessari per considerarsi a livello Fia. Ci auguriamo che episodi del genere non si ripetano in futuro.
La scelta di andare in Svizzera, sollecitata da più parti anche per non privare di valore e competitività la gara e il resto del campionato, vale solo per l’appuntamento elvetico. Il prosieguo sarà poi ponderato nei tre mesi di pausa che il campionato avrà tra fine giugno e fine settembre.
L’ultima edizione dell’E-Rallye du Chablais risale al 2019 quando a vincere fu Autotest Motorsport con la coppia Guerrini-Calchetti, uno dei quattro sigilli tricolori in un campionato vinto da Autotest Motorsport con la coppia Kofler-Gaioni, l’ultima realtà italiana a vincere il trofeo Fia.
Dopo la gara svizzera chiederemo ai nostri partner tecnici e sportivi, agli sponsor e alla federazione nazionale italiana un momento di riflessione comune, una sorta di “Stati generali” degli Ecorally in Italia e di chi è chiamato a rappresentare l’Italia nel contesto internazionale. Un momento di confronto con l’auspicio che non resti fine a sé stesso ma serva a portare questa disciplina sportiva agli stessi livelli del resto dei paesi europei. Il sasso è lanciato e speriamo che nessuno ignori il gesto.