Giorno 14 – La Grande guerra patriottica

29 giugno 2018, Kazan (0 km) – Tot. 5.312

Mentre si avvicina al completamento la seconda settimana di viaggio, l’equipaggio della Torino-Pechino rimane in apprensione per la sorte dell’auto con cui si dovrebbe proseguire l’avventura. Nessuna notizia dall’officina che si sta occupando di rimettere in sesto il veicolo, e a questo punto una serie di impegni istituzionali con il Comune di Kazan e con gli amici del ristorante “Basilico” vengono posticipati all’ultimo giorno utile, mercoledì 3 luglio, quando l’Hilux dovrebbe essere tornato al massimo splendore.
Non è certo un problema inventare sistemi per ingannare il tempo in questa splendità città. Oggi ci dedichiamo alla “Grande guerra patriottica”, quella che noi chiamiamo Seconda guerra mondiale. Visitiamo alla periferia nord della città il Parco della Vittoria, ampio piazzale con numerose aiuole dove brucia la fiamma eterna. Tutto attorno ci sono oltre 4000 nomi di soldati di origine tartara che sono stati decorati durante o dopo la guerra. Il resto del parco è un insieme di carri armati, cannoni, aerei, elicotteri ed addirittura la torretta di un sommergibile nucleare. È utile ricordare che in tutte le città russe, e in molte di quelle ex sovietiche, permane un forte attaccamento ai fatti della Seconda guerra mondiale. Il motivo è semplice, e si tratta dei 26 o più milioni di sovietici, tra civili e militari, che hanno perso la vita tra il 1941 e il 1945. Questa cifra corrisponde a circa la metà dei morti in tutto il mondo dovuti alla guerra. Tutti hanno avuto un lutto in famiglia: nel caso di Olga venne a mancare nei primi mesi di guerra il nonno materno, che non riuscì neppure a vedere la nascita della propria figlia, la madre di Olga. Il custode del Parco della Vittoria ci ricorda che dei 600.000 tartari partiti per il fronte, 400.000 – pari ad un decimo della popolazione dell’epoca – non tornò. Kazan non ebbe un ruolo diretto nella guerra essendo a quasi mille chilometri dal fronte, ma le locali fabbriche che producevano elicotteri e aerei erano considerate dai tedeschi un importante obiettivo militare. Molti reperti originali dell’epoca sono visibili, assieme a contributi multimediali, presso il Museo della Grande guerra patriottica presente in alcune sale del Cremlino di Kazan e curiosamente ricco di visitatori con le maglie delle squadre di calcio impegnate in zona. L’ultima visita a tema è presso il cimitero di Arsk, non lontano dalla nostra casetta tartara in Via del Cosmonauti. Qui sono sepolti molti dei defunti durante la guerra o negli anni successivi. Tra questi ultimi spicca, soprattutto per numero di fiori presenti, la lapide di Vasilij Džugašvili, figlio di Stalin morto in disgrazia in questa città dove si trovava in esilio.
Intanto, notiamo che la presenza di francesi e soprattutto argentini comincia a farsi numerosa. Al momento prevale la fratellanza e capita spesso di vedere i tifosi fare foto assieme. Vedremo nelle prossime ore, quando una delle due compagini dovrà lasciare la Russia, se il clima continuerà ad essere così cordiale. Ristoratori e negozianti, in queste ore, si sono affrettati a stendere le due bandiere delle squadre protagoniste dell’ottavo di finale che sarà ospitato dalla Kazan Arena. Non mancano dei surreali “parliamo spagnolo e francese” e sorridiamo, visto che quasi sempre il personale di sala non conosce neppure l’inglese.
Rimaniamo in tema di lingue passando la serata assieme agli amici di Master English Kazan, la scuola di lingue con la quale Guido ha collaborato diverse volte. La scuola è in grado di far apprendere inglese, francese, italiano, spagnolo, tedesco, cinese, arabo, giapponese, turco, oltre naturalmente al russo e tartaro. Passiamo momenti di convivialità dialogando in inglese ed italiano e raccontando ai numerosi amici, tra i quali molti internazionali, le dinamiche della Torino-Pechino 2018.

Come è cambiato il mondo in 10 anni?
– La maggior parte dei locali che abbiamo frequentato nel viaggio 2008, esattamente come a Vladimir, sono chiusi o hanno cambiato radicalmente stile o vocazione commerciale. Questo fatto in Russia è una costante, con aperture e chiusure di attività che si ripetono continuamente.
– Non mancano in questi dieci anni i cambi di toponomastica. Stupisce trovare una importante strada dedicata a Nursultan Nazarbajev, presidente del Kazakistan tuttora in vita.

Equipaggio del giorno: Guido Guerrini,Sergio Guerrini, Olga Guerrini, Bruno Cinghiale

Giorno 13 – Grande vittoria contro la burocrazia russa

28 giugno 2018, Kazan (20 km) – Tot. 5312

Il sole a queste latitudini, ma soprattutto a queste longitudini, sorge a fine giugno alle 3 del mattino. Questo è dovuto non solamente al fatto di essere molto a nord, ma sopratutto a due riforme relative all’orario civile. L’abolizione dell’ora legale e l’accorpamento del fuso orario di Kazan’ con quello di Mosca hanno creato un’anomalia che ha spostato l’alba di due ore rispetto agli anni precedenti.

Forse è per questo che la sveglia di buon’ora non è affatto un problema. Alle 8 in punto ci aspetta Farid per andare dal meccanico che si occuperà di ricostruire la parte di auto distrutta nell’incidente lettone. L’officina è nascosta in mezzo ad un gruppo di case in un quartiere della estrema periferia della città, non lontano dall’aeroporto. La zona ha l’aspetto di un luogo non ufficiale, ovvero di un laboratorio meccanico dove non si potrà pagare con carta di credito e non ci sarà alcuna fattura. Questa officina per il sistema fiscale russo non esiste e se non fosse per la fiducia che abbiamo nel nostro tramite ci verrebbe da pensare che i pezzi dell’Hilux saranno smontati e venduti al mercato dell’usato. Mentre aspettiamo di vedere l’inizio dei lavori abbiamo modo di osservare altre auto incidentate completamente ricostruite. La bravura a coloro che lavorano qui non manca. Ci viene dato appuntamento tra due giorni per recuperare l’auto e valutare la qualità del lavoro che sarà effettuato. Al secondo passaggio a Kazan alla fine di agosto potremo valutare se effettuare la sostituzione con il pezzo originale o accontentarci di questa riparazione.

La mattinanta prosegue con la visita al cantiere dove Farid costruirà la sua nuova casa. Siamo a 25 chilomentri da Kazan, in località “Primo Maggio”, in direzione di Ufa, non lontano dalla strada M7. La nuova casa di Farid è completamente in legno, 120 metri quadri compreso un grande balcone e la sauna. Il costo è poco meno di tre milioni di rubli (circa 40.000 euro) e ci sembra un ottimo affare.

Si torna in città per affrontare la seconda grande incombenza del giorno, ovvero andare all’ufficio immigrazione per effettuare la nostra terza registrazione in Russia dopo quelle di Mosca e di Vladimir. La battaglia burocratica è lunga e complessa, ma riusciamo a venire a capo di tutto in circa due ore dedicate a timbri, fotocopie, moduli compilati in duplice copia a mano e registrazioni al posto di controllo ogni volta che entriamo o usciamo dall’ufficio. Tutto questo nonostante Guido abbia in loco una moglie e Sergio una nuora…

Per festeggiare la risoluzione, almeno parziale, delle due cose che più ci preoccupavano fin dal nostro arrivo decidiamo di dedicarci ad una passeggiata turistica nello splendido centro cittadino di Kazan. Camminiamo alleggeriti dagli impegni da Piazza Tukaya fino al Cremlino sostando presso il vero ristorante italiano “Basilico”, di cui avremo modo di parlare in modo più approfondito nei prossimi giorni. Non ci sono parole per descrivere in modo soddisfacente la bellezza di questa città, ancora più affascinante in questo periodo storico nel quale capitalizza gli investimenti fatti in occasione delle Universiadi 2013, dei Campionati mondiali di nuoto 2015 e dei Campionati Mondiali di Calcio 2018.

Completiamo l’impegnativa giornata godendoci la città da veri turisti assieme ad una miriade di coreani felici, di tedeschi tristi e di francesi e argentini speranzosi, visto che le loro due nazionali si affronteranno proprio a Kazan tra due giorni per gli ottavi di finale di Coppa del Mondo.

Come è cambiato il mondo in dieci anni?

– Abbiamo già affrontato sopra la questione dell’accorpamento dei fusi orari e dell’abolizione dell’ora legale. In ogni caso in luoghi così orientali come Kazan il problema è serio. Uscendo dal Tatarstan verso la Baschiria, a circa 300 km ad ovest di Kazan, per riequilibrare la cosa si salta direttamente avanti di due ore di fuso orario.

– Il centro storico di Kazan in 10 anni è cambiato completamente; tra le opere pubbliche più apprezzate da residenti e turisti c’è la bellissima passeggiata di oltre cinque chilomentri nel lungo Kazanka, il fiume che attraversa la città.

– Nel lato opposto alla passeggiata un tempo c’era una spiaggia sul fiume, oggi è stato costruito il “Centro per la Famiglia”, una tazza gigante dove le coppie si vanno a sposare, al momento trasformato in centro stampa per i mondiali.

Giorno 12 – Incredibile a Kazan + La profezia di Giulia Sorrentino

27 giugno 2018, Kazan (km 0) – Totale 5.292

La nostra prima giornata completamente fermi in terra tartara è caratterizzata dal dramma sportivo che si consuma a pochi chilometri da noi, per l’esattezza tre. Il luogo che sarà ricordato nella storia del campionato del mondo di calcio è la Kazan Arena e i protagonisti del fatto sono i campioni del mondo uscenti della Germania e la Corea del Sud. Di fatto Kazan è una porta dell’oriente,ma mai ci saremmo aspettati di poter osservare una serata di feste coreane per le strade cittadine. La Corea manda a casa la Germania e questa diventa la notizia del giorno!

Mondiali a parte, la giornata era cominciata tra le mura amiche di casa cercando di risolvere alcuni dei problemi che ci attanagliano da qualche giorno. L’amico meccanico Farid, grande appassionato di hockey su ghiaccio e padre di un giocatore che partecipa alla massima serie del campionato russo, diventa il nostro uomo di riferimento per risolvere il problema legato all incidente faunisitico avvenuto in Lettonia. Preso atto che in Russia non si può trovare in alcun modo il pezzo originale da sostituire, decidiamo di optare per una riparazione provvisoria che restituisca un aspetto dignitoso al mezzo. Toyota assicura di poter portare a Kazan il pezzo (difficile da recuperare perché il nostro modello di Hilux è del 2012) in circa due settimane, ma questo tempo non è compatibile con il nostro programma di viaggio. Optiamo comunque per ordinare il pezzo con l’obiettivo di effettuare la definitiva riparazione al nostro ritorno in terra tartara a fine agosto. Nella giornata di domani il veicolo sarà preso in consegna da Farid che ricostruirà il paraurti e una protezione per la ruota anteriore destra usando parte dei pezzi originali raccolti dopo l’incidente e altri creati da lui!

Il secondo problema della giornata è la registrazione del visto a Kazan. Premesso che abbiamo tre giorni per effettuarla, decidiamo di non far passare tempo inutilmente, anche considerate le difficoltà incontrate precedentemente. Il Mondiale colpisce ancora visto che la consueta registrazione in una casa privata che di solito si fa negli uffici postali,in tempo di Fifa World Cup non è possibile. Il paradosso è che neppure Guido può dichiarare di dormire in casa della propria moglie senza passare dall’ufficio immigrazione, il temibile UFMS di Kazan. Quindi la giornata di oggi è essenzialmente servita per riempire di impegni quella di domani.

La serata è comunque sicuramente piu serena e piacevole rispetto a quella di diverse anime perse di nazionalità tedesca che abbiamo incontrato per le strade di Kazan…

Come è cambiato il mondo in 10 anni?

– Dieci anni fa quasi tutte le sere dovevamo cercare un internet point per inserire nel blog i nostri diari di viaggio, oggi questo lavoro lo si fa comodamente nelle case private o nelle camere di albergo.
– A Kazan si può attraversare il fiume Kazanka usando quattro diversi ponti invece dei due presenti nel 2008.

E ora appuntamento con la terza puntata della rubrica “L’Italia ai Mondiali siamo noi” con Giulia Sorrentino, che avevamo incontrato a Mosca.

Come sei arrivata in Russia?

Ho studiato russo all’università perché mi ha sempre affascinato questo paese, la sua letteratura, la storia, l’epoca sovietica. Sono venuta a Mosca una prima volta nel 2008. A dire il vero l’impatto non è stato molto positivo, la città mi è sembrata grigia e inospitale, forse perché vivevo in un obščežitie (i tipici dormitori per studenti, ndr) veramente pessimo. Sono andata via e ho fatto tutt’altro, per esempio un Erasmus in Spagna, poi più tardi mi sono iscritta al corso di laurea magistrale in traduzione, ho ripreso in mano il russo e sono ritornata a Mosca a distanza di qualche anno dalla prima volta, con una borsa di studio trimestrale, e tutto è andato molto meglio.

E hai deciso di restare.

Non subito, ma effettivamente dopo poco tempo ho ricevuto la telefonata di un amico che mi chiedeva se mi interessasse un lavoro a Mosca che lui si era trovato a dover rifiutare. E così due anni fa ho iniziato con grande entusiasmo a lavorare come insegnante di lingua italiana all’Istituto di scienze sociali dell’Accademia presidenziale dell’economia e della pubblica amministrazione.

Il futuro è in questa città?

Il lavoro mi piace molto, però non lo so, vedremo. Saranno decisivi i prossimi mesi, perché gira una profezia secondo la quale se si resta in Russia per tre anni, poi non si va più via.

Giorno 11 – Ritorno in Tatarstan

26 giugno 2018, Vladimir-Kazan (633 km) – Totale 5.292 km

La giornata inizia con le consuete difficoltà che un albergo non troppo turistico ha nel registrare il visto di due stranieri. Per tutto il resto l’Hotel Zastava, nel centro di Vladimir, è un buon compromesso tra qualità e costi, oltre a disporre di un sicuro parcheggio per l’auto. Lasciamo l’antica capitale Vladimir per continuare il viaggio lungo la strada M7 che ci condurrà a Kazan, ambizioso obiettivo di giornata. Un nuovo record anticipa il rifornimento di gasolio alle porte di Nizhnij Novgorod. Siamo riusciti a superare i 1.300 km con un pieno di gasolio e considerando che riforniamo “solo” 76 litri, c’erano ancora 4 litri per fare meglio. Il dato è abbastanza chiaro: quando percorriamo strade che ci impongono gli 80-90 di media oraria, si arrivano a toccare i 17 chilometri con un litro usando il diesel metano. Siamo molto soddisfatti di questo risultato, raggiunto peraltro con il veicolo a pieno carico.

La strada prosegue fino a raggiungere la semisconosciuta Repubblica di Ciuvascia, con capitale Cheboksari. La Ciuvascia sarà la prima di una lunga serie di repubbliche della Federazione russa che attraverseremo durante il viaggio. Pecularietà dei Ciuvasci fu l’alleanza con i russi nelle lunghe guerre che portarono alla sottomissione dei Tartari e alla conquista di Kazan. Onoriamo il popolo ciuvascio concedendoci un ottimo pranzo in una “stolovaja” lungo la strada. Come spesso accade, dopo molti chilometri senza alcun tipo di problema stradale, incontriamo cantieri e traffico che rallentano la marcia nella parte di giornata dove siamo più stanchi. Ci consoliamo con foto celebrative quando superiamo il confine amministrativo con la Repubblica di Tatarstan. Poco dopo, come un miraggio, appare finalmente il grande ponte sul fiume Volga che annuncia l’avvicinarsi della capitale Kazan. Un forte temporale con grandine ci ha anticipato ma al nostro passaggio non incontriamo neppure una goccia d’acqua.

La Torino-Pechino sosterà a Kazan circa una settimana. Questa pausa servirà a riparare l’Hilux dopo l’incidente avvenuto in Lettonia, a preparare veicolo e carico di bagagli per l’avventura siberiana, ma soprattutto a Guido per passare del tempo con la propria famiglia. Infatti il nostro capospedizione ha ben pensato di sposarsi la scorsa primavera con Olga, cittadina di Kazan. Guido di fatto torna a casa dopo 10 giorni di viaggio, una casa a 4.000 km da quella in Toscana. La cena di benvenuto a Kazan vede insieme ben quattro “Guerrini”, visto che oltre a Olga, Guido e il padre Sergio, c’è anche un’altra piccola ragazza con lo stesso cognome, che farà parte della Torino-Pechino dopo la nascita, prevista per il prossimo settembre. Se Guido è finito a vivere parte della sua vita nel capolugo tartaro è sicuramente colpa della prima Torino-Pechino, visto che tutto iniziò con un soggiorno a Kazan di tre giorni nel 2008 e la nascita di importanti amicizie che caratterizzarono il suo futuro. Vista la lunga permanenza dell’equipaggio a Kazan, avremo modo nei prossimi diari di viaggio di approfondire le dinamiche di questa importante città e della Repubblica del Tatarstan.

Come è cambiato il mondo in 10 anni:

– La gran parte della strada M7 che collega mosca a Kazan è ormai quasi tutta a 4 corsie.

– Il numero di stazioni di servizio, posti di ristoro e motel lungo il percorso è più che raddoppiato.

– La città di Kazan dal 2008 ad oggi ha ospitato Universiadi, Mondiali di nuoto e in questo momento sei partite dei campionati mondiali di calcio; naturalmente questo ha portato ad un cambiamento urbanistico enorme rispetto alla nostra prima visita.

Equipaggio di giornata: Guido Guerrini, Sergio Guerrini, Bruno il Cinghiale