Il contributo dell’Associazione Torino-Pechino e di altri appassionati con la speranza che favorisca un confronto tra i vari soggetti che vogliono contribuire alla crescita di questa attività sportiva. Un ragionamento dal basso e alla luce del sole consapevoli delle difficoltà che singoli licenziati trovano nel proporre idee.
I piloti e copiloti dell’Associazione Torino-Pechino partecipano ai campionati italiani e mondiali ininterrottamente da dodici anni. Hanno avuto modo di vedere tutti i cambiamenti regolamentari e l’impatto avuto anno dopo anno a livello di partecipazione e competitività dei campionati. Ci sentiamo quindi in dovere di contribuire con le nostre idee ad un dibattito che ci auguriamo si possa aprire presto, nel quale tutti gli attori di questa disciplina sportiva possano interagire per valutare assieme quali strade intraprendere con un unico obiettivo: la crescita del nostro sport.
Iniziamo il nostro intervento facendo le congratulazioni al nuovo commissario Riccardo Radaelli che porta la composizione della commissione a nove membri.
Spirito del nostro contributo
Da amanti di questa disciplina sportiva, alcuni da oltre un decennio e altri appena arrivati, ci siamo sentiti in dovere di suggerire delle linee guida per i regolamenti che caratterizzeranno il mondo delle energie alternative nei prossimi anni. Lo facciamo mettendo il nostro nome e cognome e soprattutto alla luce del sole. Aprire un confronto pubblico sul tema aiuterà sicuramente coloro che sono chiamati a scrivere le regole. Nessuno di noi ha la presunzione di esprimere delle verità ma, molto umilmente, delle opinioni.
Uno sguardo al passato
Nel corso dell’ultimo decennio si sono succeduti molti regolamenti diversi. Ad esclusione dell’annata 2020, tra l’altro ostacolata dalla pandemia di Covid-19, la partecipazione al campionato ha sempre visto numeri bassi, con molti equipaggi che hanno partecipato ad una sola gara. Questo è sicuramente figlio di problemi di comunicazione, di scarso interesse per il format e probabilmente anche di qualche inutile complicazione di troppo.
Parole d’ordine: semplificazione e aumento della partecipazione
Tutto ciò che può semplificare il campionato dal punto di vista degli organizzatori delle singole gare, da quello dei partecipanti e naturalmente da quello dei costi deve essere preso in considerazione. La stagione 2020 ha visto una discreta partecipazione ai due eventi svolti. Sicuramente ha contribuito il fatto che il campionato fosse breve, economico e localizzato in un territorio limitato. Probabilmente anche alcune semplificazioni regolamentari (eliminazione dei consumi e riduzione della lunghezza delle gare) sono state determinanti per riuscire ad organizzare gli eventi. Il tutto deve essere inquadrato nella fase storica caratterizzata dalla pandemia di Covid-19 che, come dimostrato da alcune eccellenti assenze, ha probabilmente ridotto il numero degli aspiranti competitori. Bene anche l’esistenza di un trofeo “minore” che permetta ai nuovi equipaggi di crescere agonisticamente. Resta il problema che anno dopo anno si è verificato un turnover elevato di partecipanti ed eventi. Basta osservare che negli ultimi tre anni nessuna gara è andata oltre la prima edizione. Allo stesso tempo si sono persi molti campioni del passato, sia per disinteresse verso le nuove formule del campionato, sia per conflittualità con promoter, organizzatori o altri concorrenti.
Possibili soluzioni
– La più semplice e banale potrebbe essere la conferma della formula della gara breve e senza prevedere il calcolo dei consumi.
– Ridurre o eliminare il montepremi (7.000 euro nel 2020) per contribuire ad abbattere i costi della partecipazione agli eventi investendo questa cifra per tagliare le spese.
– Non obbligare organizzatori ad un solo sistema di cronometraggio
– Non obbligare i concorrenti ad un solo sistema di rilevamento delle distanza. Sì a tutti i sistemi, con al massimo prescrizioni di sicurezza.
– Tentare di coinvolgere i campioni del passato con l’obiettivo di aumentare la competitività
Consumi
L’argomento spinoso della presenza dei consumi come elemento per stilare le classifiche assolute vede spesso concorrenti e organizzatori divisi per i problemi sorti in passato. I principali problemi riscontrati sono stati:
– alterazione dei consumi attraverso trucchi irregolari, come palloncini d’aria nei serbatoi o inserimento di carburanti liquidi attraverso secondi punti di ingresso al serbatoio;
– rifornimento di carburanti gassosi usando sistemi di raffreddamento delle bombole o orari differenziati tra ore calde e ore fredde per il pieno prima della gara;
– difficoltà ad individuare un criterio obiettivo che non favorisca o discrimini per forza un carburante rispetto all’altro. Ad esempio nella stagione 2019 il biometano era sempre più vantaggioso (quasi con qualunque stile di guida) rispetto all’elettrico;
– auto che circolano con velocità troppo basse e che pubblicizzano in modo pessimo i carburanti eco, dandone l’immagine di veicoli meno dinamici di quelli tradizionali. Un’alternativa potrebbe essere quella di prevedere campionati separati per auto elettriche, ibride e gassose.
Davanti a questo scenario potrebbe essere logico pensare all’abolizione dei consumi per rendere più semplici partecipazione e organizzazione delle gare, ricordando l’esempio positivo del 2020 quando la regola dei consumi è stata sospesa.
In seconda istanza, se a parere di chi stila i regolamenti i consumi devono essere necessariamente previsti, valutare una riduzione dell’impatto degli stessi sul risultato di gara, per fare in modo che il dato facilmente alterabile del consumo o dello stile di guida non sia determinante al fine della classifica per l’assegnazione di un titolo nazionale.
Introduzione di nuovi sistemi di rilevamento di stile di guida o ipotesi similari
Ben venga qualsiasi innovazione a patto che attraversi una fase di sperimentazione in gara. Eventuali nuovi sistemi di rilevamento di stile di guida o consumi devono essere prima sperimentati, anche con speciali premi dedicati, e non immediatamente utilizzati per stilare classifiche del campionato nazionale. È facile comprendere che coloro che li hanno testati in precedenza possano avere degli enormi vantaggi rispetto ad altri concorrenti.
Road book e calibrazione
Anche in questo caso servono regole certe e semplici: un tratto di calibrazione possibilmente lineare di almeno cinque chilometri; road book completi di ogni informazione che siano messi a disposizione con un certo anticipo (una settimana?) oppure poco prima (1-2 ore?) per tutti i concorrenti; rendere pubblico lo strumento di misurazione con cui l’organizzatore ha effettuato i rilevamenti, il numero di eventuali sonde, la posizione delle sonde, il giorno in cui è stato effettuato il rilevamento del road book.
Regolamenti ponderati che durino nel tempo
Un altro aspetto che potrebbe aiutare gli appassionati ad una costante partecipazione è prevedere dei regolamenti destinati a durare nel tempo o ad avere modifiche contenute. Pubblicare i regolamenti con un forte anticipo sulla prima gara in programma eviterebbe il ripetersi dello spiacevole episodio di Pragelato. Regole semplici, chiare con l’obiettivo di restare in vigore almeno due anni, meglio tre. Un campionato snello, con poche gare, non troppo lunghe e senza prescrizioni che rendano impossibile partecipare a specifiche categorie di concorrenti. Apertura a tutte le energie alternative nessuna esclusa e a tutti i sistemi di rilevamento e cronometraggio. Ruoli chiari tra chi promuove, organizza e partecipa, onde evitare presunti o reali conflitti di interesse.