23 luglio 2018, Chabarovsk (5 km) – Tot. 13.711
Finalmente un notte tranquilla in un appartamento con tutte le carte in regola e senza problemi di pulizia, umidità o letti poco confortevoli. Il primo impegno della mattinata è una sorpresa da parte di Gazprom e del responsabile per lo sviluppo della filiale italiana Sergej Colin, che alcuni giorni fa ci avevano segnalato la possibilità di fare un rifornimento in una stazione privata situata a Chabarovsk, previo contatto con il responsabile, il signor Aleksej: l’operazione va in porto e veniamo autorizzati a rifornirci in questo luogo “non ufficiale” e non segnalato da nessun sito o carta del mondo del metano. Ci dirigiamo in una zona periferica della città dove in un piazzale in mezzo ad alcuni edifici con attività legate al settore meccanico vediamo alcuni autobus di fabbricazione cinese con evidenti scritte CNG o NGV, indicanti il metano. Qui c’è il quartier generale della realtà guidata da Aleksej che si occupa di rifornire gli autobus a metano della città attraverso carri bombolai che prelevano il gas del metanodotto proveniente dall’isola di Sakhalin. Aleksej ci offre il pieno di metano ed è un piacere agganciare la nostra Hilux all’attacco europeo presente sul carro bombolaio e poter tornare ad usare il gas naturale assieme al gasolio. C’è stupore ed interesse nei nostri confronti e non mancano domande sul diesel-metano e sul nostro viaggio. Foto di rito e ripartenza verso la nostra casa dove lasceremo parcheggiata la Hilux per l’intera giornata. A questo punto è evidente che riusciremo a coprire la distanza che ci separa da Vladivostok e dall’Oceano Pacifico usando nuovamente il diesel-metano. Allo stesso tempo con questo pieno saremo in grado di varcare la frontiera cinese per poi cominciare a cercare le stazioni di metano anche prima di Pechino. Dei 14.500 chilometri che avremo percorso una volta raggiunto l’oceano, solo circa 2.200 (pari al 15% della distanza complessiva) sono stati percorsi senza metano. Non era possibile fare diversamente dato che pur di rifornire in tutte le stazioni utili, e coprire l’85% del percorso usando il metano, abbiamo anche allungato di oltre 400 chilometri l’intero viaggio.
La giornata di relax a Chabarovsk prosegue usando i già citati autobus cittadini a metano, prevalentemente “made in Cina”, che hanno sostituito molti dei vecchi e inquinanti bus russi. La soluzione del diesel-metano sarebbe perfetta per i vecchi autobus che circolano in Russia, ma almeno qui a Chabarovsk ancora siamo lontani dall’importare questo tipo di tecnologia. Prima tappa nella floreale Piazza Lenin, dove oltre alla statua del noto leader si possono ammirare aiuole e fontane. Qui incontriamo Mr. Ding, un giovane cinese incuriosito dalle nostra magliette della Torino-Pechino. Con lui scambiamo qualche parola sul prosieguo del nostro viaggio in Cina. Piacevole passeggiata nella strada principale della città, Ulica Muravyova-Amurskogo, che conduce fino ad un belvedere che domina dall’alto l’ansa del grande fiume Amur. Poco lontano si trova il luna park con vicino una spiaggia sul fiume molto frequentata. Proviamo la ruota panoramica per vedere dall’alto la città e ci gustiamo degli ottimi shashliki (spiedini di carne) in uno dei ristoranti del parco giochi. Sazi di cibo ci cimentiamo nella risalita della collinetta che domina l’Amur e dove si trova il monumentale luogo dove si ricordano le vittime della Grande Guerra Patriottica con la consueta fiamma eterna. Tutti i nomi dei caduti di questa regione sono elencati in grandi pareti e tutto ciò fa una discreta impressione. Contrapposto a questo monumento ce n’è uno più piccolo con tutti i morti di altri conflitti in cui Urss e Russia hanno partecipato. I nomi degli ultimi quattro caduti in Siria sono molto recenti.
Con il bus a metano ci rechiamo nei pressi della stazione della Ferrovia Transiberiana per provare a visitare l’interessante museo dedicato alla costruzione della ferrovia in estremo oriente. Purtroppo il museo è chiuso per restauro, esattamente come scritto nella nostra guida risalente al 2006. Ci consoliamo con la bella statua di Erofej Pavlovich Chabarovsk, esploratore russo che nel diciassettesimo secolo contribuì alla conquista di queste terre e che ha dato il nome, anzi il “cognome”, a questa grande città, mentre nome e patronomico li ha dati a Erofej Pavlovich, il piccolo avamposto dove abbiamo dormito alcune notti fa dopo la fine del difficile tratto di strada dopo Chita.
In vista della partenza di domani mattina verso Vladivostok decidiamo di ripetere la cena casalinga a base di pelmeni e non dormire troppo tardi.
Come è cambiato il mondo in dieci anni?
– Rispetto a dieci anni fa a Chabarovsk è arrivato il metano. Grazie all’intraprendenza degli amici che ci hanno regalato il rifornimento odierno, oggi questa città è dotata di numerosi bus a metano e di alcuni mezzi a gas naturale. Il percorso verso l’apertura di una stazione di rifornimento pubblica non richiederà molto tempo.
Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Emanuele Calchetti, Marina Khololei, Bruno Cinghiale