1° settembre 2018, Uralsk-Kazan (621 km. – tot. 28.199)
La sveglia suona con un’ora di anticipo rispetto al previsto, ma solo perché sbagliamo il fuso orario. Tutto sommato questo tornerà comodo visto che anche oggi i chilometri da fare saranno molti. Essendo il primo settembre, e quindi il primo giorno di scuola in numerosi paesi ex sovietici, possiamo osservare molti bambini elegantissimi recarsi con mazzi di fiori alle proprie scuole. Spiccano i fiocchi bianchi nelle teste delle femmine e le cravatte indossate da molti bambini di appena sei anni.
Il primo possibile rallentamento della giornata è il vicino confine tra Kazakistan e Russia. Siamo la seconda auto in attesa e in meno di quindici minuti siamo al cospetto dei doganieri russi. La Russia è burocraticamente lenta e complessa, ma completiamo le pratiche abbastanza in fretta. Sembra che il confine tra gli stati dell’unione doganale euroasiatica sia diventato più permeabile rispetto al passato. Neppure la documentazione di importazione temporanea dell’auto viene compilata, sperando che questo non si trasformi in un problema quando dovremo uscire dalla Russia. Spostiamo le lancette indietro di un’ora e ci allineiamo all’orario in cui aveva suonato la sveglia questa mattina. La strada è buona e si prosegue senza alcun inconveniente fino alla stazione di metano Gazprom di Samara dove effettuiamo il rifornimento di gas naturale. Poco dopo siamo fermati dalla polizia di Samara nel posto di blocco all’ingresso della città. Non capiamo il perché dell’attento controllo ai nostri documenti e a quelli dell’auto. Non ci sono problemi se non quello di avere perso un quarto d’ora. Approfittiamo del lento e trafficato transito nel centro di Samara per cambiare i soldi e per pranzare nella periferia della città. Nonostante abbiamo cambiato nazione anche qui la città pullula di bambini impegnati nel ritorno dal primo giorno di scuola. Uscendo da Samara osserviamo con curiosità i cartelli che indicano la vicina città di Togliatti, dedicata all’ex Segretario del Partito Comunista Italiano, dove sorge la fabbrica Lada. Oltre cinquanta anni fa il governo sovietico avviò una cooperazione con la Fiat per creare una industria automobilistica in grado di permettere alla popolazione locale di dotarsi di auto. L’intera linea della 124 fu portata a Togliatti per far partire la produzione di un modello, la “Žigulí”, che fino a sei anni fa non aveva subito quasi alcuna modifica. Oggi la Fiat ha perso questa posizione di quasi monopolio e la fabbrica è sotto il controllo di altre case automobilistiche che hanno saputo sfruttare nel modo migliore la situazione. Il viaggio prosegue attraverso piccole strade che ci portano in tempi brevi a rientrare, dopo aver guadagnato una ulteriore ora in un solo giorno, nella Repubblica del Tatarstan dove torniamo quasi due mesi dopo il primo transito. La chiusura di un cerchio geografico di oltre ventimila chilometri è di fatto una enorme soddisfazione. Dopo qualche ora di pausa tornano le moschee ad accompagnarci lungo il cammino che ci porterà a Kazan. L’attraversamento della Kama, grande affluente del Volga, ci permette di ammirare l’enorme lago generato alla confluenza dei due fiumi e controllato dalla diga di Kujbishev. Alle 18.00 siamo in città, per l’esattezza presso la casa tartara di Guido dove ci accoglie la moglie Olga con il resto della famiglia. Qui comincia una nuova parte del viaggio, quella dell’attesa della nascita della figlia di Guido e Olga prevista per le prossime settimane. La serata finisce con la divisione del gruppo in due squadre: Guido e Bruno si dedicano alla serenità del riposo in famiglia, Alessandra e Giulia cominciano l’esplorazione della città iniziando, visto dove abbiamo trascorso i giorni precedenti, dal ristorante uzbeko denominato Karshi.
Come è cambiato il mondo in dieci anni?
– L’unione doganale euroasiatica regala qualche buon risultato. I confini tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Armenia sono diventati più semplici da attraversare. Oggi, per esempio, siamo passati dal Kazakistan alla Russia in appena quaranta minuti. Un record.
Equipaggio del giorno: Guido Guerrini, Bruno Cinghiale, Alessandra Cenci, Giulia Messina